Asfalto in Vauda? No, grazie
sabato 6 Novembre 2010L’ultima cosa di cui la Vauda ha bisogno è un nastro d’asfalto.
Una leggenda dell’isola greca di Limnos racconta che esiste, al di là di tutti i rumori che corrono per il mondo, anche un suono di sottofondo, continuo e basso. Tale canto, soffuso e ininterrotto, viene chiamato il “suono del mondo”: oggi la scienza ci ha dato conferma della veridicità di questa leggenda.
E’ probabile che anche “il suono del mondo” per poter risuonare e rendere sempre più bella la nostra terra debba essere liberato dalle brutture: inquinamento, baccano, lordura, mancanza di buon senso da parte dei suoi abitanti.
Fortunatamente gli utenti del nostro patrimonio boschivo, si sa, non sono gli automobilisti bensì le persone che nutrono rispetto per la natura, con la sua fauna e flora. Camminare sui sentieri della Vauda significa, a seconda delle stagioni, godere dei profumi delle varie piante che la popolano, dei fruscii degli animali che la vivono e dal cinguettio degli uccelli che ancora la sorvolano o vi nidificano, apprezzarne gli scorci suggestivi che ci regala l’inverno, quando regna un silenzio magico, quasi irreale.
Camminare sui sentieri della Vauda significa appoggiare i piedi sulla terra, a volte accidentata, con la sua polvere d’estate e il suo ghiaccio d’inverno; tuttavia proprio questo è il suo fascino. L’arte del passeggiare, perché di arte si tratta, ti regala non soltanto un buon esercizio fisico, ti consente di fare di più. Puoi infatti attingere dalla riserva dei tuoi pensieri, recuperando tutto ciò che ti è passato per la mente durante la giornata e che si è perso soffocato da incombenze e affanni. Di questi tempi il messaggio è fin troppo chiaro: occorre fermarsi ad ascoltare ciò che il mondo tenta di dirci da sempre attraverso il suo suono.
Il nostro polmone verde mi sembra il luogo deputato per farlo.