Archivio della Categoria 'Eventi'

Donne.

lunedì 27 Febbraio 2012

violenza_donneCon questo simbolo dovremmo celebrare la festa della donna. Troppe sono, ancora oggi , le violenze e le vessazioni che le donne subiscono!  Ma non voglio scavare  in  questo doloroso argomento. Semmai vorrei  alleggerirlo, con con questa delicata introduzione ad una poesia, che voglio condividere con voi e tutte le donne con la D maiuscola che, in contrapposizione a quelle che per testimoniare la loro femminilità esibiscono “farfalline” e “interdentali”, reggono, fiere ed instancabili, le fatiche di tutti i giorni, orgogliose di essere donne:

QUANDO SI SCRIVE DELLE DONNE, BISOGNA INTINGERE  LA PENNA NELL’ARCOBALENO” (Diderot)

Il coraggio delle donne

Sono coraggiose le donne,

ci costa caro, ma bisogna ammetterlo.

La fragilità? Solo un tratto culturale,

più che un dato biologico.

Sono forti e coraggiose, le donne.

quando scelgono la solitudine,

rinunciando a un falso amore,

smascherandone la superficialità.

Sono coraggiose le donne, quando

crescono i figli senza l’aiuto di nessuno,

rivalutando l’ancestrale primato,

quello di essere mamma.

Hanno il coraggio di non chiedere

a uomini che sono anche padri,

la loro presenza, puntualmente assente.

Uomini che rifuggono le proprie responsabilità

trincerandosi in comodi ruoli o paraventi

infantili di adulti mai cresciuti.

Sono forti e coraggiose, le donne,

quando a discapito di tutto e di tutti

scelgono i propri compagni, costruendo solide storie,

spendendo patrimoni sentimentali, contro la morale comune.

Sono forti e coraggiose le donne, quando sopportano,

violenze di ogni tipo, per salvaguardare quello che resta di famiglie,

che non sono più tali.

Sono la speranza del mondo le donne, in qualsiasi

circostanza continuano a far nascere uomini

che poi le tradiranno. (B.Espositi)

Buona settimana,

Daniela B.

Beatificazione Don Bosco 1929

mercoledì 1 Febbraio 2012

La bambina che voleva baciare l’anello del Vescovo

Uno dei racconti di mia madre , oggi novantenne, che preferisco è quello relativo alla visita a Torino di lei bambina al Santuario di Maria Ausiliatrice e della casa adiacente di Don Bosco, dove l’allora sacerdote aveva vissuto con la mamma Margherita.
Questa visita avvenne nell’anno 1929. Mia madre aveva allora otto anni ed era accompagnata da sua madre e dalla nonna. Era una gita organizzata dal parroco del paese, Volpiano, in occasione del processo di beatificazione di Don Bosco appunto.
Mia mamma conosceva bene la storia dell’allora sacerdote Don Bosco, perché il parroco, le suore, la nonna e la mamma gliela avevano raccontata tante volte; anzi era lei stessa a sollecitarne il racconto. Era affascinata dalla figura del futuro Beato, ne conosceva l’infanzia a Castelnuovo, la vita all’aria aperta,le acrobazie, le incomprensioni con il fratello, il parroco che gli aveva insegnato il latino e aveva creduto in Lui, Mamma Margherita, la sua missione con i ragazzi di strada.
ImmaginateVi quindi la contentezza, ma anche l’agitazione della bambina all’idea di recarsi a Torino,la grande città, per un avvenimento così importante come la beatificazione di Don Bosco. La notte precedente la gita non chiuse occhio dall’emozione e il mattino fresca e impaziente di partire si fece trovare prontissima, dopo che aveva già’ eseguito le incombenze che le erano riservate: portare l’acqua e il fieno alle mucche.
Per quei tempi, la possibilità di andare a Torino nella grande città, visitare il santuario di Maria Ausiliatrice, partecipare come parrocchia alla messa celebrata dal Vescovo, accompagnate dal loro pastore, era un evento unico!Tutta la comunità si stringeva attorno alla figura di quel sacerdote così amato e che tanto bene aveva fatto a Torino e alla Chiesa. Il suo messaggio di Amore e di semplicità aveva toccato il cuore di tutti.
Giuseppina (mia madre), vestita a festa per l’occasione, aveva ricevuto mille raccomandazioni sul comportamento da tenere e soprattutto quella di non allontanarsi per nessun motivo, perché si trovava in città, in luoghi sconosciuti, dove comunque era concentrata tanta gente e perdersi era facilissimo.
La bambina seguì alla lettera i consigli ricevuti, ma era ansiosa di vedere il Vescovo da vicino, vedeva che molti fedeli, dopo la funzione, alla quale aveva assistito con raccoglimento e devozione, si accostavano a Lui per baciargli l’anello e anche lei voleva fare altrettanto.
Centinaia di persone erano intervenute per la funzione, dai vari comuni del Piemonte, ma anche dalla città: prelati, gente semplice,operai, madri di famiglia con i loro bambini, preti di campagna, nobildonne di città, scolaresche con i loro maestri, congregazioni, collegiali: un mondo di fedeli.
In quella calca mia nonna era preoccupatissima e stringeva fortemente la mano di mia madre, per paura di perderla. Nonostante ciò la piccola Giuseppina, intraprendente e con l’incoscienza dell’infanzia, riuscì a svincolarsi e a portarsi proprio davanti al Vescovo che stava uscendo dal santuario, accompagnato dal suo seguito. L’obiettivo della piccola era vedere il Vescovo da vicino, il rappresentante di Dio in terra, conoscerlo e poi voleva baciargli l’anello, come facevano tutti.
Incurante della folla, riuscì a realizzare il suo desiderio, ricevette anche una carezza dal Vescovo, intenerito dall’entusiasmo della bambina e il segno di croce sulla fronte, a quel punto fu felicissima e soddisfatta. Naturalmente non si era resa conto dell’ansia e della paura che la nonna e la mamma avevano vissuto nel perderla, anche solo per pochi minuti. Conoscendo infatti il desiderio della piccola: baciare l’anello del Vescovo , le donne, si erano avvicinate al Pastore e avevano trovato Giuseppina intenta a portare a termine l’ impresa, e così avevano potuto riacciuffarla.
Tutto è bene ciò’ che finisce bene: riabbracciata la piccola, fatti i dovuti rimproveri, le nostre donne non si persero l’occasione di festeggiare, ne avevano di motivi: la gita a Torino, trovarsi in città,una giornata di festa, la beatificazione di Don Bosco, aver baciato l’anello del Vescovo, aver ritrovato Giuseppina ed essere di nuovo insieme, così decisero di concedersi una buona cioccolata calda, una specialità, in un caffè vicino, era un’occasione speciale!
Molti anni dopo fu mia madre a portare noi, Luciana, mia sorella, Anna , mia cugina e me a visitare la basilica di Maria Ausiliatrice, la casa di Don Bosco, la chiesetta e a raccontarci la storia del Santo e i suoi miracoli.
Davanti ad una buona tazza di cioccolata fumante, mentre mamma ci raccontava uno degli episodi del “grigio” il cane fedele di Don Bosco che compariva nei momenti di pericolo del Santo per proteggerlo, anche noi, come lei tanti anni prima, rimanemmo a bocca aperta, incuriosite e attente alle vicissitudini di questo grande Santo torinese. Per fortuna per l’occasione non c’era nessun Vescovo, nè tantomeno anelli da baciare!!!!
Certo Don Bosco è stato un punto di riferimento e guida per migliaia di ragazzi senza nessuno. Don Bosco amava ripetere che proprio in questi ragazzi soli stava la sfida: dare loro Amore, farli sentire a casa, accordare loro quella fiducia e comprensione che non avevano mai avuto e fornire gli insegnamenti e le basi per vivere la loro vita sereni e con dignità. Insegnava loro un lavoro, assecondando le predisposizioni di ognuno ed era sempre pronto ad ascoltarli, cosa che manca tanto anche ai ragazzi di oggi. L’oratorio rappresentava e rappresenta ancora ai giorni nostri un buon ambiente dove ritrovarsi tra amici per divertirsi e giocare, per imparare a stare insieme, ma anche un luogo dove essere accolti e accompagnati verso un cammino di fede.

Franca

Benvenuto 2012

domenica 1 Gennaio 2012


Il giorno di Capodanno – Pablo Neruda

Il primo giorno dell’anno
Lo distinguiamo dagli altri
come
se fosse
un cavallino
diverso da tutti
i cavalli.
Gli adorniamo
la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore
che scende da una stella.
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo.

Preghiera di inizio anno

All’inizio del nuovo anno
prego il Signore
di concedere la pace, la concordia,
la tranquillità nell’ordine
e nel rispetto dei diritti
di ogni persona umana,
senza cui il mondo
non può avanzare
verso traguardi
di progresso e di civiltà.

Giovanni Paolo II

BUON ANNO A TUTTI!!!

Franca

Presepe vivente (seconda edizione) anno 2011

venerdì 23 Dicembre 2011

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Il 18 dicembre si e’ svolta la seconda edizione del presepe vivente, dalle ore 20 alle 22, per le strade del centro e davanti alla chiesa parrocchiale. L’organizzazione dell’evento ha visto come regista Don Luca, coadiuvato dai ragazzi dell’oratorio, dagli animatori, dai catechisti,  da cittadini comuni che si sono prestati a rivestire i panni dei personaggi del presepe per una sera, da tante persone di buona volontà che hanno collaborato all’allestimento del presepe. Decine di persone hanno provveduto al montaggio degli stands, del lago, della capanna, in poche ore, dal pomeriggio del 18 alla sera, e pensate che nella notte tutto è stato smontato nuovamente per permettere il giorno dopo  la normale ripresa della circolazione, che si era fermata nella serata. Che forza la gente! Che entusiasmo e che volontà! Un plauso anche a Don Luca che contagia tutti con la sua vitalità! Nella ricostruzione della piccola Betlemme nulla mancava: c’erano gli angioletti, i pastori,i Re Magi, i perscatori sul lago di Tiberiade, i falegnami, i fabbri, gli osti, la locanda, il macellaio, la lavandaia, le filatrici, i soldatri romani, il re Erode, l’asino e il bue (un vitellino), le pecore, i conigli e naturalmente la Madonna (ancora incinta) che cercava dimora in una locanda con San Giuseppe e poi la Sacra Famiglia con il Bambino Gesù. Nel ruolo della Sacra Famiglia, si sono alternate in realtà tre famiglie volpianesi con i loro piccoli. Sicuramente per me e per la mia famiglia  é stato un presepe particolare che ricorderemo negli anni e soprattutto nel nostro cuore perchè mia figlia, mio genero e la piccola Ginevra hanno rappresentato la Sacra Famiglia per un’oretta. Cristina, adesso sposa e mamma, era molto lusingata di rivestire i panni della Madonna con la sua piccola, perché tanti anni prima in un altro presepe vivente, sempre a Volpiano, aveva fatto la Madonna e il Gesù Bambino allora era mio figlio Giovanni, suo fratello. Anche allora era stata una bella esperienza, di cui conserviamo un vivo ricordo.

Tutta la celebrazione si é svolta in armonia, tra i canti del coro che intonavano canzoni  natalizie,  la partecipazione attiva di tutti i personaggi coinvolti, la disponibilità delle forze dell’ordine, la pazienza e l’entusiasmo della gente che era intervenuta. A tutti un chiaro messaggio di solidarietà e di fratellanza: Gesù Bambino ritorna a nascere ogni anno per tutti gli uomini della terra e per gli uomini di tutti i tempi. Apriamo il nostro cuore al miracolo che si ripete ogni anno e chiediamo la forza al Bambino Gesù di  saperci rinnovare noi stessi, rinascendo a nuova vita, mettendo da parte rancori, collera, invidia e adottando gesti concreti di accoglienza e disponibilità verso gli altri per l’anno nuovo.

A tutti auguro di trascorrere questi giorni di festa in salute, serenità e pace.

Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

Franca.

POESIA DI NATALE

martedì 20 Dicembre 2011

Auguri di Natale
con una poesia,
un messaggio di fraternità
e amore della nostra bravissima     EMILIA TESTU’

2011_12_10 - volpiano. presepe

BUON NATALE GESU’

Gesù, per la tua nascita
tutto era già predestinato,
dovevi nascere povero e disagiato,
in un paese, che non era il Tuo.

In quella Notte Santa,
anche il bue e l’asinello
dovevano essere lì, perchè erano
le sole fonti di calore per Te.

erano lì, a riposo, perchè loro,
erano i mezzi di trasporto per
quando i pastori, spostavano il  loro gregge,
da un pascolo all’altro, per
caricare le loro misere cose

Tu,  forestiero tra gli umili
lo fosti ancora, quando
Maria e Giuseppe, fuggirono
per salvarti da Erode.

Patirono anche la fame, loro due,
ma a Te bastava, il latte
della   Tua Vergine Madre.

Gesù, i Tuoi patimenti, di
forestiero e incompreso, si
ripetono ancora adesso.

Tu, fin da allora
volevi insegnarci l’umiltà del cuore,
ma quante di queste cose
che ci hai insegnato
con la Tua venuta
sono rimaste in Noi?

Gesù Bambino, Ti prego,
fa che il nostro cuore
sia degno dell’amore
che Tu ci dai.

Grazie per questa tua venuta
per questa Notte Santa
giorno della tua nascita.
Buon Natale Gesù!

EMILIA TESTU’                              Natale 2011

 

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Buon Natale e Buone Feste da Piera

“Certo, non basta” spettacolo Compagnia “I compagni di viaggio”

domenica 11 Dicembre 2011

La rappresentazione teatrale ( avvenuta in Confraternita) con il patrocinio della Parrocchia e dell’Unitre, é ambientata a Torino tra il 1848 e il 1861 e racconta la storia di due figure “senza tempo”: Ignazio, lo studente, mancato avvocato, famiglia benestante e Pinin, il muratore di Ronco Canavese. Entrambi si stanno arruolando per combattere contro gli austriaci, il primo mosso da ideali pattriottici e per costruire un’ Italia libera e il secondo per ottenere una paga giornaliera. La disfatta di Novara impedisce loro di perseguire i loro sogni. Dinnanzi all’esecuzione del loro generale Ramorino (noto mangiapreti) si aspettano discorsi e proclami che non si faranno: il generale si inginocchia davanti al crocifisso, accompagnato negli ultimi istanti dalla figura esile e curva di Don Cafasso, la guida spirituale degli impiccati.  Allora Ignazio decide di incontrare  Don Cafasso e a seguito di questo incontro  entrera’  in seminario e studierà per diventare sacerdote. Bella e commovente é la lettera che Ignazio scrive al padre, nel quale invita il genitore, alla vigilia della sua ordinazione sacerdotale, a partecipare alla funzione, dichiarando che questo gesto di distensione tra loro lo renderebbe l’uomo più felice sulla terra.  Le vite di Ignazio e di Pinin si incroceranno ancora, accompagnandosi parallele per un certo periodo a quelle dei santi sociali di quell’epoca: Don Bosco, Domenico Savio, Fa di Bruno,Murialdo, Benedetto Cottolengo. Alla fine i due prenderanno strade diverse e  Ignazio  si troverà a dover assistere Pinin prima della sua esecuzione , quest’ultimo é stato arrestato e condannato per i suoi numerosi furti. Il sacerdote  é in crisi completa, si sente in colpa verso l’amico, è sfiduciato, non crede più nelle istituzioni, nelle gerarchie della Chiesa, in se’ stesso. Sara’ Pinin con la sua saggezza intuitiva che gli indicherà la strada perduta e gli suggerirà il modo per ritrovare fiducia in se stesso e per aiutare concretamente le persone di domani a camminare guardando fiduciose nell’ avvenire, con l’ aiuto dell’Amore e dello Spirito Santo che sempre li sorreggeranno, accettando il mondo per quello che é realmente, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.

E’ stato un bello spettacolo, semplice, che ha ripercorso alcuni decenni del nostro trascorso risorgimentale. Anni che ci hanno visto protagonisti non solo della realizzazione dell’unità d’Italia, ma anche del sorgere, attraverso la lungimirante intuizione di persone splendide  come Don Bosco, Murialdo, Benedetto Cottolengo, di istituzioni e Case che si diffonderanno in tutto il mondo per portare un messaggio di fratellanza e di attenzione a migliaia di persone e fratelli nel mondo, e che rappresenteranno una svolta decisiva nella Chiesa.

Franca

tempo di presepi

lunedì 5 Dicembre 2011

è dicembre tempo di presepi, presepi nelle case, presepi nelle vetrine e presepi da visitare.

Quest’anno abbiamo veramente cose notevoli da visitare senza fare viaggi: sabato si è inaugurata la mostra dei presepi in terracotta a S. Benigno. E’ la seconda edizione e i presepi, bellissimi si trovano nel suggestivo quadro delle rovine di Fruttuaria (sotto la chiesa), almeno 4 sono già visibili senza scendere, dalla chiesa stessa, vicino ai bellissimi mosaici. Mi sembra si visitino nei pomeriggi festivi (fino al 30 gennaio) per saperne di più potete telefonare  all’associazione amici di Fruttuaria 0119880487

ma l’8 dicembre aprono anche i due presepi di Volpiano!!

Uno è il presepe meccanico (in piazzetta) rinnovato e sempre più bello. I volontari che se ne occupano ci hanno lavorato ore e ore e il presepe è stato inserito nel circuito Presepi in Canavese, per saperne di più e per gli orari guardate la locandina di fianco al portone della Confraternita

La novità di quest’anno è in Presepe degli zar, a Palazzo Oliveri (2 piano)

Organizzato dalle due associazioni Terra di Guglielmo e Amici del Passato è un presepe ambientato nella fredda terra di Russia (neve e neve!) realizzato dalla pittrice Lella Burzio con materiale di recupero e sopratturto fantasia e arte. Per gli orari (sabati pomeriggi e domeniche mattina) guardate i manifesti o le locandine. Domenica 18 dicembre, nel pomeriggio alle 16, sarà presente anche l’artista. Di questo presepe posso anche farvi vedere qualche immagine.

presepe zar 2

presepe zar 4

presepe zar 3

un invito a visitare tutti i presepi, un piacere per voi, una soddisfazione per chi ci ha tanto lavorato!

Appuntamenti golosi all’Unitre – Volpiano

domenica 4 Dicembre 2011

L’Unitre  – Volpiano, attraverso Margherita, quest’anno ha organizzato un  mini corso, composto da tre incontri, con Romeo Beretta, pasticciere d’eccellenza, che tutti a Volpiano e penso nel Canavese conoscono e apprezzano. Sono stati tre incontri coinvolgenti, nei quali Romeo in diretta ci ha illustrato le tecniche per confezionare torte diverse: plum cake, torta alle mandorle amare, giandujata, torta Romeo, e la famosa e ricercatissima torta novecento. Ci ha dettato anche le ricette dei volpianotti, biscotti da lui “inventati”, davvero squisiti e la ricetta della pasta frolla. La presenza agli incontri é stata notevole (meno male che non sono solo io la golosa …) e i pomeriggi sono volati in allegria. Romeo aveva già preparato a casa i vari tipi di torte e poi davanti a noi ha confezionato come dimostrazione le altre. Margherita indaffaratissima e super efficiente si è prestata a fare da assistente. Le assaggiatrici non sono mancate: tutte le presenti si sono prestate con entusiasmo e anche le partecipanti al corso ceramica, vicino a noi,  guidate dal profumo esaltante si sono presentate puntuali al termine della cottura per un assaggio. C’e n’era per tutti e tutti sono stati i benvenuti.

Graditissimi gli assaggi e golose le varianti. Personalmente ho fatto la torta novecento che mi è venuta bene ed è stata molto apprezzata, anche se è piuttosto elaborata. La prossima che proverò sarà la torta con le mandorle amare.

Grazie Romeo per le dimostrazioni, gli insegnamenti, gli assaggi e i simpatici pomeriggi trascorsi in compagnia.

Peccato che quest’anno non ci sono stati gli incontri con Assunta per la preparazione degli addobbi natalizi: corone, centri tavola, composizioni, segnaposto. Erano stati belli e Assunta è creativa e bravissima.

Franca.

Poesia ” Auguri Italia” di Piera Camoletto

sabato 26 Novembre 2011

Qualcuno ha richiesto la poesia di Piera sull’Unita’ d’Italia, con la quale ha partecipato al concorso letterario nazionale indetto dall’Unitre, nella quale Daniela ha vinto con il suo racconto il primo premio. La poesia era gia’ stata pubblicata a marzo di quest’anno corredata da belle fotografie. Io ve la ripropongo, per chi non l’avesse letta, ed é veramente bella! Se volete leggere il mio racconto (anch’io ho partecipato), come quello di Daniela, potete trovarli da Margherita Bigano. Non possiamo pubblicarli perché sono troppo lunghi.

Grazie per l’attenzione. Aspettiamo i commenti.

PS Scusa Piera, ma tenuto conto dell’invocazione unanime ho proceduto alla pubblicazione della tua poesia.

Franca.

AUGURI ITALIA!

 

Sul fiume Cernaia
molti fiori sono caduti
per dire al mondo
siamo italiani!.

 

La nostra terra ha raccolto il sangue
di molti giovani, studenti, professori,
ma anche poveri analfabeti
con nel cuore un unico grande desiderio,
unità!

 

Ed in ogni regione nasceva un fiore,
una musica, un canto di libertà.
All’alba del 17 marzo con la luce del sole
si alzava forte un grido
Italia! Italia! libera e bella!

 

Così fragile nelle sue diversità
così amata  così voluta.

 

Italia!
dal mare che l’accarezza nasce il sole
e la sera colora di rosa
le cime imbiancate dei monti
che la incoronano.

 

Su di te mia Italia il tocco dell’arte
ha disegnato torri, chiese, palazzi, teatri,
come pizzi e poi ancora dipinti e statue.

 

Tanti  dialetti una sola lingua.
La musica, il canto accompagnano
la tua storia.

 

Lacrime e sangue, alto è stato
il prezzo della libertà
Ma siamo ancora insieme.

 

Scienziati, inventori, scrittori, poeti,
musicisti hanno portato in alto
il nome dell’Italia.

 

Italia mia
Italia nostra
Italia sempre

 

VIVA L’ITALIA !!!
Piera

Nordic walking in Vauda

mercoledì 26 Ottobre 2011

Sono  iniziate da tre settimane  le camminate , in Vauda il mercoledi’ dalle nove e trenta alle dieci trenta – undici, in compagnia di Cassandro Dolfi, istruttore nazionale di nordic walking.

Che cos’e’ il nordic walking? Lo dirò con parole mie: una camminata sciolta, con l’ausilio di due bastoncini che ti aiutano ad andare lontano, ti supportano nelle salite, discese, ma anche nella normale camminata in pianura. Puoi praticare questa tecnica ovunque all’aria aperta e in compagnia: due binomi importanti. Il terreno ideale pare che sia proprio una componente di salite e discese, non troppo ripide, alternate a camminate in piano. L’aiuto dei bastoncini fa sì che si mettano in moto tutta una serie di muscoli che consentono il corretto funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio. Naturalmente per apprendere questa tecnica occorre coordinare il movimento gambe – braccia, con ampi movimenti, occorre poi una corretta postura, spalle sciolte e muscoli del collo decontratti, movimento molleggiato sui piedi (si devono vedere la suola e il tacco delle scarpe), sguardo alto a due tre metri e infine apertura e chiusura della mani sui bastoncini. Naturalmente corretta respirazione.

Quante cose ho imparato in questi incontri mentalmente, non è così  semplice metterli in pratica tutti, ma con l’esercizio e la buona volontà penso di riuscirci. Inoltre Cassandro è dotato di una pazienza infinita e di un entusiasmo contagioso.  Penso che tecniche e competenza sono facili da trasmettere per un istruttore, più difficile é trasmettere  l’emozione e la passione: si tratta di infondere  fiducia nelle proprie capacità e avvicinare le persone alla natura.

Certo sono emozioni e sentimenti che ognuno deve far scaturire da sè, ma se c’è  l’aiuto di un ‘istruttore  preparato che ti comunica forza ed energia il risultato dovrebbe essere assicurato.

Le camminate che abbiamo fatto sono state davvero entusiasmanti: intanto le  giornate sono state ancora bellissime, nonostante l’autunno; anzi questa stagione ha come protagonisti principali caldi colori che assumono le sfumature più varie: dal verde, al giallo, al marrone, al rossiccio. Il cielo sopra di noi limpido, ci  ha seguito  benevolo, così il sole che splende a dispetto della prima foschia mattutina. I sentieri sono coperti di foglie, l’aria  è filtrata dalla pioggia  caduta nella notte e ti entra pura nei polmoni. I profumi di muschio, di erbe, di betulle, di funghi, di acqua, di argilla penetrano nelle nostre narici. I rumori di rami secchi calpestati, il fruscio della brezza tra gli alberi, la danza delle foglie che cadono, il gorgoglio dell’acqua che scorre, il tic tac dei bastoncini che battono sul terreno o sulle pietre,  la limpidezza delle nostre risate e il ciacolio  dalle nostra chiacchere fanno da eco alle nostre passeggiate.

Dimentichiamo per qualche ora  il ritmo frenetico delle nostre giornate, l’incalzare degli impegni che ci aspettano, le faccende quotidiane da sbrigare e ci  immergiamo in un mondo fantastico. Ci sintonizziamo con noi stesse e poi con la natura……. senza perdere le spiegazioni interessantissime e scrupolose di Cassandro.  In queste camminate mi rendo conto di aver utilizzato i quattro sensi: udito, vista, olfatto, tatto; peccato non siamo nelle stagione delle more o dei lamponi, abbiamo solo trovato ghiande, non commestibili, altrimenti avremmo fatto l ‘enplain con il gusto.

Cassandro ci ha spiegato che  Volpiano, in Vauda, detiene venti chilometri di sentieri, tutti comunali, gestiti da volontari, come lui, che si occupano della manutenzione e sicurezza degli stessi. I percorsi sono stati inaugurati il 3 ottobre del 2008 e sono a disposizione di tutti. Si tratta di una importante risorsa naturale presente sul nostrto territorio e davvero poco conosciuta.

Dico tutto questo perchè io per prima pur essendo stata in Vauda diverse volte, percorrevo sempre gli stessi sentieri, senza cercare di conoscerne altri. E’ invece una grande opportunità questa che ci viene offerta attraverso queste passeggiate, aperte a tutti, anche alle famiglie, ai ragazzi: conoscere il territorio e imparare una tecnica di camminata che ci agevola, facendoci percorrere più distanze e  mettendo in moto tutto il corpo.

A proposito al momento siamo in sette oltre all’istruttore, se volete unirVi a noi , sappiate che siamo un bel gruppo e Voi sarete i benvenuti.

Franca.