Archivio della Categoria 'Eventi'

Riflessioni su …

sabato 22 Ottobre 2011

Sabato 29 e domenica 30 ottobre ricordiamo l’appuntamento di due giorni presso la sala Polivalente. Verranno trattati temi etici molto importanti e sono previste manifestazioni artistiche di sicuro interesse.

Maggiori informazioni su

www.tavoladismeraldo.it

Riflessioni-su…-Ed-2011-programma-scientifico1.pdf

Riflessioni-su…-Ed-2011-cartolina.pdf

L’invito è esteso a tutti i cittadini: l’ingresso è gratuito 

L’invito è rivolto anche ai Signori Medici ed Infermieri che vogliono accedere ai crediti formativi ECM e per loro è prevista l’iscrizione con una quota di partecipazione.

Luciano Garombo

Gita a Casale Monferrato e visita al Casale Armanda a Robella d’Asti

sabato 15 Ottobre 2011

Domenica 8 ottobre abbiamo partecipato ad una gita organizzata da Terra di Guglielmo che ci ha portato a visitare Casale Monferrato, per quanti già non la conoscessero e al pomeriggio, dopo pranzo,  siamo stati ospiti della famiglia Calvo e degli Amici del passato a Robella d’Asti, al casale Armanda. E’ stata una bellissima giornata, il tempo era splendido e i posti visitati interessanti.

Cominciamo da Casale Monferrato: sorta in epoca ligure con il nome di Vardagate, divenne poi municipium romano. Subì le invasioni longobarde e venne successivamente cristianizzato da San Evasio che ivi costruì una chiesetta dedicata a San Lorenzo. Il santo fu martirizzato attraverso  decapitazione sul sagrato di detta chiesa. Liutprando, re longobardo fece erigere una grande chiesa sulla sua tomba. La chiesa fu consacrata nel 1107 dallo stesso papa Pasquale II. Il borgo prese il nome di Casal di San Evasio e  fu ghibellino per i legami tra il Barbarossa e lo zio Guglielmo Aleramico, marchese nel Monferrato. Distrutto nel 1215 dai vercellesi, alessandrini, milanesi, il borgo fu ricostruito su autorizzazione di Federico II. Nel 1474 grazie all’interesse di Guglielmo VII Paleologo, marchese del Monferrato, nacque la diocesi di Casale e il duomo assurse a sede vescovile. Abbiamo visitato il duomo in stile neoromanico – lombardo. La facciata è asimmetrica e presenta due campanili laterali. E’ suddivisa in cinque navate. Ai lati della chiesa ci sono due statue raffiguranti  il re Liutprando e la regina Teodolinda che avevano voluto la costruzione della chiesa e la cristianizzazione del popolo longobardo. La festa del santo ricorre il  12 novembre. Lo sguardo si posa immediatamente sul bel crocifisso romanico che campeggia nell’altare centrale e risale al XII secolo.  Il duomo sottoposto a restauro in occasione del giubileo, si è presentato ai nostri occhi  in tutto il suo splendore. Belle anche le cappelle laterali e la sacrestia dove sono esposte opere di argenteria e oreficeria appartenute ai vescovi che si sono succeduti nella diocesi e numerosi reliquiari (il piede di Santa Margherita d’Antiochia, la Croce di Anna d’Alençon,, il busto di Sant’Evasio, …)

Ci siamo poi recati alla sinagoga edificata nel 1595 in vicolo Salomone Olper, da  allora l’edificio ha subito diversi restauri e oggi si presenta in tutto il suo splendore barocco rococo’ piemontese (1700 -1 800). L’impatto tra l’esterno, anonimo, imposte dalle leggi di allora e l’interno appare evidente: la ricchezza dei manufatti, le iscrizioni in ebraico, il coro ligneo lasciano i visitatori senza parole.  La Signora Ottolenghi che ci ha accolto ci ha raccontato che al momento sono presenti venti famiglie ebraiche in Casale, contro le 100 all’epoca della seconda guerra mondiale. La comunità ebraica ha pagato un alto prezzo durante la guerra.  Non dispongono di un rabbino, visto il numero esiguo dei fedeli, ma le celebrazioni comunitarie vengono officiate  da un medico ebreo che svolge le funzioni dello stesso rabbino. Ci ha spiegato come nella parte sinistra vengono accolti gli uomini, a capo coperto e le donne nella parte destra. Una volta c’era il matroneo, nella parte alta, da dove le donne potevano assistere alle funzioni con i bambini. Oggi il matroneo ospita uno dei musie d’arte e storia  ebraica più interessanti d’Europa.  Una guida specializzata ci ha accompagnato attraverso le varie sale dove sono esposte le tavole della Torah (le tavole della legge), i paramenti usati dagli anziani, i bracieri, la tavola preparata secondo la tradizione durante la festa della Pesah, la capanna allestita durante la festa dello Sikkut,  e ci ha spieganto i rituali e i significati delle varie feste. Infine abbiamo visitato una sala con i candelabri a nove luci regalati da artisti ebrei e non, usati durante la festa delle luci. E’ stato molto interessante e istruttivo. La seconda domenica di ogni mese si svolgono queste visite guidate, su prenotazione per i gruppi.

Poi, affamati, ci siamo recati a mangiare all’agriturismo “da Nonno Celestino” e come sempre il servizio è stato eccellente, sia qualitativamente che quantitativamente. Il paesaggio poi era fantastico, un susseguirsi di colline verdeggianti, coperte da vigneti luccicanti al sole: una tavolozza piena di colori caldi e luminosi da fare invidia al migliore degli artisti.

Terminato il pranzo ci siamo trasferiti a Robella d’Asti, al casale Armanda, dal nome della nonna di Pierangelo Calvo. Un casale di famiglia adibito a ecomuseo contadino, dove la famiglia Calvo ha raccolto da generazioni attrezzi da lavoro, mobili, vestiti, oggetti della vita comune contadina, ricostruendo con fedeltà e gusto una casa dell’epoca: camera da letto, cucina, cantina, infernotto, con tutti gli utensili necessari per la raccolta e distillazione del vino, attività tipica di quelle colline. E ancora divise dell’epoca, attestati, diplomi, onorificienze, fotografie a ricordare la storia dei suoi antenati. Il nonno aveva vinto nel 1903 un’importante premio a Londra, presentando un vino selezionato di produzione propria , che gli permise di diventare fornitore ufficiale di vini di casa Savoia (lo é tutt’oggi) e di altre case reali. Una bella soddisfazione! Questo casale è immerso in un bellissimo parco, curatissimo, che domina su uno scenario naturale d’eccellenza: l’arco alpino, con il Monviso davanti a noi. Pierangelo, suo fratello, la sua famiglia, i suoi amici sono riusciti a realizzare con sacrifici, tanto lavoro, passione, anni, una straordinaria testimonianza del passato, mantenendo vivo il ricordo di tradizioni, attività, cultura e modi di vita che oggi non esistono più. Sarebbe bello che le scolaresche, i giovani potessero visitare questi luoghi per non perdere la memoria di una parte del nostro recente passato, ma anche le persone anziane perchè potranno ritrovare una parte del loro vissuto, di cui a volte sentono la nostalgia.

I fratelli Calvo davanti al Casale Armanda

La giornata non poteva finire se non in bellezza: tranquillo ritorno a casa, accompagnati da un tramonto infuocato dietro le colline.

Franca.

Riflessioni su …

mercoledì 14 Settembre 2011

Convegno di ottobre

Sabato 29 e domenica 30 ottobre, Volpiano ospiterà, presso i locali della sala Polivalente, un importante convegno promosso da AIMEF (Associazione Italiana Medici di Famiglia) e dalla Tavola di Smeraldo su uno dei temi medici ed etici più sensibili e delicati per la persona.

L’alto contenuto scientifico del Convegno è testimoniato dagli Enti che lo patrocinano, tra cui solo per ricordarne alcuni: la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, i Comuni di Volpiano, San Benigno Canavese e Brandizzo, la S.I.C.P. (Società Italiana Cure Palliative), la FederDolore, il Collegio IPASVI della Provincia di Torino, l’Ordine dei Medici, Chirurghi ed Odontoiatrici della Provincia di Torino e molti altri. I relatori e moderatori tratteranno gli argomenti delle due giornate di incontri con una valutazione particolareggiata e sensibilità attenta, grazie alle loro competenze, capacità ed impegno acquisiti nel corso della loro attività professionale.

Molte sono le Associazioni di Volpiano, tra cui l’Unitré, che hanno collaborato per la realizzazione e la riuscita di queste due importanti date.

Vi invitano a partecipare: l’iscrizione non è necessaria.

L’invito è rivolto anche ai Signori Medici ed Infermieri che vogliono accedere ai crediti formativi ECM e per loro è prevista l’iscrizione con una quota di partecipazione.

Corollari meritevoli di interesse durante le due giornate sono rappresentati da:

Celebrazione PREMIO NAZIONALE “ENRICO FURLINI. Riflessioni sulla vita: un’esperienza da con-dividere”

SAGGIO TEATRALE a cura della Compagnia Genovese Beltramo e degli allievi della Scuola Media Dante Alighieri di Volpiano

CONCERTO a cura del coro “Imago Vocis” di Volpiano

MOSTRA FOTOGRAFICA di S. Furlini e K. Somà “Per crucem ad Lucem”

150°: IL RISORGIMENTO DI HENRY DUNANT a cura del Gruppo “Amici del Passato” di Volpiano

ESPOSIZIONE DI SCULTURE di Aldo Cavallero “La vita dentro la vita”

Ulteriori informazioni le potete trovare consultando il sito www.tavoladismeraldo.it oppure cliccando sui file riportati sotto

Riflessioni su… Ed 2011 programma scientifico

Riflessioni su… Ed 2011 cartolina

Luciano Garombo

Mostra dei Pajetta a Torino – una storia italiana

domenica 17 Luglio 2011

Giovedi’ scorso ho potuto assistere all’inaugurazione della mostra sulla famiglia Pajetta – una storia italiana, allestita a Torino all’EUT . Circosrizione 3, in Borgo San Paolo, nell’ex stabilimento Fergat, in occasione dei 100 anni dalla nascita di Gian Carlo Pajetta (24 giugno 1911). La mostra sara’ aperta dal 7 al 21 luglio, dal lunedi’ al giovedi’ 14,30 – 17,30. All’incontro erano presenti oltre i familiari, il presidente della Circoscrizione 3, Daniele Valle, il coordinatore della V Commissione Cultura , Marco Casciola, Diego Novelli e l’attore Liprandi Renato (gia’ conosciuto sugli schermi televisivi come responsabile risorse umane di Camera Caffe’), che ha letto alcuni brani tratti dai libri e dalle lettere di Gian Carlo Pajetta.

E’ stato bello il profilo dello statista descritto da Diego Novelli, attraverso i suoi ricordi  e aneddoti.  Incisivo e sintetico, non privo per questo di forte commozione, e’ stato   l’ intervento di Gaspara che ha ricordato la figura di suo padre secondo i suoi ricordi personali. E’ seguito poi un filmato in cui si è assistito in diretta ad un discorso di Gian Carlo Pajetta, grande comunicatore,  uno dei massimi esponenti del partito comunista italiano del secondo dopoguerra, durante una campagna elettorale, a sostegno del partito, dove trattava dell’integrita’ morale dei politici, tema di grande attualita’ oggi, nonostante gli anni, in cui trapelava il grande valore morale dello statista, la sua onesta’ e la forza dell’espressione dei suoi principi.

La mostra riporta parecchi pannelli con fotografie della famiglia Pajetta al completo e poi singoli espositori dedicati ai tre fratelli : Gian Carlo, Giuliano e Gaspare, morto a 17 anni nel 1943 in Val d’Ossola.  La mostra vuole ripercorrere la vita degli esponenti della famiglia, testimoniare il loro impegno politico  sin da giovanissimi al servizio del popolo italiano nella guerra di liberazione dal regime fascista. Impegno pagato con l’espulsione a soli 14 anni da tutte le scuole italiane e sospensione della madre dalla sua attivita’ di insegnante, anni di prigionia, esilio (per Gian Carlo); campi di concentramento (per Giuliano), esilio e massimo sacrificio della vita (per Gaspare), per coprire la ritirata di un nucleo di partigiani in Val d’Ossola.

Toccante la mostra per la testimonianza del valore dei componenti tutti dell’intera famiglia Pajetta, della loro viva intelligenza, del loro spiccato senso di liberta’ e di spirito di servizio, reso tangibile dal loro impegno civile e politico al servizio del popolo. La giusta e voluta ambientazione nel borgo di appartenenza, il borgo San Paolo dove la famiglia Pajetta viveva è altrettanto carica di significato e di riconoscenza.

Vi consiglio vivamente di andare a vederla.

E concludo con le parole della mamma  Pajetta, Elvira Berrini, maestra elementare, che  segui’ e appoggio’ sempre l’impegno politico dei suoi figli. Questi i  consigli dati ai suoi figli e ai propri alunni:

” Aprite gli occhi, tendete gli orecchi, state sempre coi vostri cinque sensi attenti e vigilanti.  V’e’ tanto da godere! Ma tutto quasi all’infuori della vita umana e sentimentale. Luce, calore, linea, armonia, imparate a comporre di questo la vostra vita. Non chiedete a ogni cosa più di quanto possa dare. Una carezza agli occhi, una gioia al cuore. Guardatevi intorno, miei piccoli svegli, curiosissimi figlioli. E mi pare che l’insegnamento sia ampiamente raccolto.”

Franca.

Gasparamostra

volpiano porte aperte

mercoledì 1 Giugno 2011

Giugno ci riporta Volpiano Porte Aperte con tantissime iniziative (non preoccupatevi che smette di piovere!!)

si comincia venerdì con passeggiata notturna in Vauda, sabato si inaugura la Mostra in Confraternita e nel pomeriggio c’è la pedalata, domenica di tutto e di più!

Naturalmente io vi consiglio il pranzo tricolore (nel cortile della Filarmonica, in via Botta) ci si può prenotare al Riboldi o alla Filarmonica

Prenotatevi presto che noi dobbiamo fare la spesa!!

GEMELLAGGIO CASTRIES – VOLPIANO

giovedì 21 Aprile 2011

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Superato il Frejus eccoci in terra francese.
Anche qui la primavera si manifesta in tutto il suo splendore mostrandoci una vegetazione rigogliosa.
Lungo il percorso incontriamo molte culture di noci, uliveti e vigneti, ma qua e là non è raro incontrare macchie colorate di agnelli, cavalli e bovini.
Nel tardo pomeriggio arriviamo a destinazione.
Festosa e calorosa  l’accoglienza della delegazione  per il gemellaggio della cittadina di Castries.
Il sole splende  e una leggera brezza ci ricorda che il mare è a pochi chilometri.
Il giorno dopo, sabato, ancora una bella giornata di sole.
In pulman raggiungiamo la citta di Montpellier ed in un grande piazzale ci accoglie a cavallo niente meno che sua altezza il Re Sole.
Una città solare dove i palazzi sono nella maggior parte costruiti con la pietra dorata delle cave della zona.
La parte antica della città, nel trascorrere degli anni, ha mantenuto integra la sua architettura raffinata. Anche la parte nuova della città è stata costruita nel rispetto ed in armonia con la parte antica.
Abbiamo poi raggiuntto un agriturismo situato tra vigne ed alberi secolari e, sorpresa, sugli  alberi più robusti erano state costruite graziose capanne in legno a disposizione dei clienti.
Nel tardo pomeriggio, nel salone del centro sportivo di Castries, si è svolta la cerimonia ufficiale del gemellaggio.
Qui abbiamo ascoltato le parole dei ragazzi del consiglio giovanile di Volpiano e di Castries.
A seguire hanno preso la parola, i sindaci, le varie  autorità  e i presidenti per il gemelleggio.
Entrambi i sindaci hanno poi scoperto la statua dono di Volpiano alla città di Castries.
La platea, partecipe,  ha applaudito con entusiasmo ad ogni intervento.
Il gruppo musicale di Castries ha poi  suonato gli inni nazionali e nella commozione generale si è conclusa la cerimonia con un graditissimo rinfresco.
Arriviamo  a domenica con la visita al centro culturale Mediathèque, dove abbiamo visitato la bibblioteca, la sala computer, le aule del conservatorio e la sala conferenze o,a seconda delle necessità, sala proiezioni.
Un moderno edificio a disposizione della popolazione ma soprattutto dei giovani, con uno sguardo al futuro dell’intero paese.
Il centro storico della cittadina di Castries sorge in una collinetta dominata dall’elegante e raffinato castello.
Bellissima la chiesa dove la luce del sole mette in risalto magnifiche vetrate con rappresentazioni sacre.
Anche qui come  a Montpellier gli edifici sono costruiti con la pietra delle cave.
Molte villette di nuova costruzione sorgono tutto intorno e sembrano quasi nascondersi per non rovinare l’ambiente verdeggiante.
Molti ulivi sono disseminati nel centro cittadino e fuori, come ad invitare il viandante a soffermarsi in questo luogo di pace, tra uomini e natura.
In un antica sala, ricavata dall’edificio un tempo adibito a mercato coperto, un’esposizione di quadri attira la nostra curiosità.
Qui dalle parole del sindaco di Castries apprendiamo di avere in comune oltre a San Guglielmo e San Rocco anche l’impegno di assistere ed aiutare lo sviluppo di alcuni paesi Africani.
Con l’aperitivo e l’ulivo benedetto ci siamo accomiatati per il pranzo presso le famiglie ospitanti.
Nel pomeriggio un ultimo saluto, poi la partenza con un pò di tristezza.
Questa gente si è adoperata con entusiasmo per dimostrarci quanto eravamo graditi.
Tutti abbiamo apprezzato i loro aperitivi, i pranzi e le cene dove abbiamo gustato deliziosi manicaretti in squisita compagnia.

Voglio ringraziare le guide che si sono avvicendate e quanti hanno lavorato e voluto questo gemellaggio, permettendoci di vivere un’esperienza che resterà preziosa nella nostra memoria.

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Grazie       Piera

Gemellaggio Volpiano – Castries 15/16/17 aprile 2011

giovedì 21 Aprile 2011
Accoglienza all'arrivo a Castries con "brassucade"

Accoglienza all'arrivo a Castries con "brassucade"

Nous sommes retournés dimanche soir après un séjuor à Castries, en France…….. Toh, che sbadata, sto scrivendo e pensando in francese, come la simpatica traduttrice italiano – italiano e francese – francese, che i fortunati, come me, che hanno partecipato al gemellaggio Volpiano – Castries, in Francia  hanno potuto conoscere.  Si’ sono bastati tre giorni (15 – 16-  17 aprile), per respirare, immergerci nell’atmosfera della cittadina ospitante e condividere pensieri e sentimenti dei suoi abitanti, o meglio di quelle persone che ci hanno accolto nelle loro case e partecipato al successo dello scambio. Castries è una cittadina nel sud della Francia, dista ca. 480 km da Volpiano, conta seimilacinquecento abitanti ca, é  ricca di vigneti e ulivi. E’ caratterizzata da uno splendido castello con torrioni risalente al diciasettesimo secolo,  restaurato esternamente. E” in corso il  recupero degli interni e si prevede la sua riapertura nel 2013. Il castello possiede ampi parchi con fontane e viali alberati con piante secolari. Ha  inoltre un importante acquedotto costruito nel 1685 per portare le acque al centro cittadino e ai giardini del castello. L’acquedotto è stato dismesso nel ‘ 60, è lungo 7 km e si tenta ora, di renderlo di nuovo funzionante grazie all’opera di cittadini volontari, mancano ca tre chilometri per terminare l’opera. Lungo il tratto dell’acquedotto corre una bella via, da percorrere a piedi o in bicicletta, che si addentra nella cosidetta  “garriga”, la macchia del posto fatta di arbusti di piante aromatiche, lavanda… Castries ha due chiese, una romanica e l’altra dedicata a St. Etienne.  C’era inoltre un vecchio mulino, ora distrutto, di cui si sono mantenute le arcate e che  serve come piazzetta di ritrovo. La vecchia stazione ferroviaria, dove siamo stati accolti è stata soppiantata da un moderno edificio a servizio della cittadinanza. C’e’ inoltre un bell’edificio moderno che si chiama ” chateau d’eau” realizzato come un vecchio acquedotto romano e che svetta nella campagna. Abbiamo potuto visitare la moderna medhiateque, biblioteca e centro d’incontro che  serve quattro comuni ed è di recente inaugurazione. Funge inoltre da informagiovani, ufficio collocamento, scuola di musica, sala di proiezione e si possono acquistare anche i biglietti per gli autobus, senza recarsi a Montpellier. C’e’ una scuola materna, un’elementare e una media, per le superiori ci si reca nel centro vicino.  Gli abitanti sono persone allegre, generose, si danno un gran da fare: nel sociale, al servizio della comunità e ci hanno accolto con entusiasmo. Hanno partecipato numerosi alla cerimonia ufficiale del gemellaggio, oltre naturalmente tutte le autorità comunali, regionali e provinciali. Noi eravamo ben rappresentati sul palco: il nostro Sindaco, Francesco Goia, il Professor, preside onorario della scuola media, Benito Liuzzo, il comandante dei vigili municipali e una guardia, il Conte Roberto e Perinzia con i suoi due fanciulli. Alla firma del contratto di gemellaggio vero e proprio sono seguiti gli inni nazionali dei nostri due paesi e poi c’e’ stato lo scambio di doni. Volpiano ha consegnato una statua creata da Nino Ventura, un artista che opera in Chivasso, di ceramica e vetro, rappresentante “ il dono della volpe“; da parte di Castries un quadro con una veduta del paese creato da un loro artista, presente alla manifestazione. E’ seguito un ricco rinfresco offerto dall’Amministrazione francese. La popolazione ha partecipato con calore ed è’ così che abbiamo potuto cogliere il vero spirito del gemellaggio, confrontarci e respirare una buona qualità di vita. Le famiglie  francesi sono numerose: quasi tutte con quattro bambini, belle famiglie! Le mamme, pur essendo fortemente impegnate, appaiono serene e così i bambini sono indipendenti e gioiosi. Abbiamo visitato Castries, naturalmente e Montpellier, un centro di notevole importanza a pochi chilometri di distanza,  accompagnati da una guida e dai rappresentanti di Castries. Certo la stagione è particolarmente favorevole e abbiamo potuto ammirare, durante il soggiorno, ma anche durante il viaggio in pulmann,  le distese di campagna coltivata, la fioritura degli alberi, le varietà di fiori, i vigneti a perdita d’occhio, gli ulivi secolari. A ca. 25 chilometri c’e’ poi il mare, con un’ampia spiaggia riparata da montagne di dune di sabbia finissima, uno spettacolo.

Ringrazio Cecco e Benito di aver avuto l’opportunità di vivere questa bellissima esperienza, di conoscere Castries e soprattutto i suoi abitanti così veri,cosi’ ospitali, che hanno fatto di tutto per rendere il nostro soggiorno indimenticabile; i miei compagni di viaggio e amici con i quali ho avuto modo di condividere questi giorni.

Abbiamo seminato le radici per creare delle belle amicizie, per ampliare la conoscenza sia tra di noi, che come Amministrazione: da qui potranno seguire scambi culturali,artistici, sportivi, commerciali.

Vi aspettiamo presto a Volpiano Amici di Castries!!!!

Franca.

Acquedotto Castries

Acquedotto Castries

I ragazzi Consiglio Comunale giovani con prof.ssa Guarino

I ragazzi Consiglio Comunale giovani con prof.ssa Guarino

Visita a Montpellier con guida

Visita a Montpellier con guida

I  protagonisti

I protagonisti

Amici di Castries

Amici di Castries

Vigneti a Castries

Vigneti a Castries

Capanna sugli alberi

Capanna sugli alberi

Pranzo in agriturismo

Pranzo in agriturismo

Gruppo con castello di Castries

Gruppo con castello di Castries

Il dono della volpe

Il dono della volpe

Il Sindaco Francesco Goia durante la cerimonia ufficiale

Il Sindaco Francesco Goia durante la cerimonia ufficiale

Professor Benito Liuzzo durante la cerimonia ufficiale

Professor Benito Liuzzo durante la cerimonia ufficiale

Amici di Volpiano con il "dono della volpe"

Amici di Volpiano con il "dono della volpe"

Dipinto con veduta di Castries ricevuta in dono

Dipinto con veduta di Castries ricevuta in dono

Il conte Roberto e Perinzia con il dono

Il conte Roberto e Perinzia con il dono

Les Arlesiennes - gruppo folcloristico

Les Arlesiennes - gruppo folcloristico

Cena giorno 15 aprile

Castries

lunedì 18 Aprile 2011

solo per dire quanto è stata bella la nostra esperienza a Castries, quante amicizie nuove e vecchie ritrovate, certamente altri scriveranno meglio e, soprattutto metteranno le foto.

Abbiamo dato agli amici di Castries l’indirizzo del nostro blog? nel dubbio oggi lo manderò

ALTRI TEMPI – Il passaggio del Duce a Volpiano e Chivasso

domenica 10 Aprile 2011

Venerdì 8 aprile 2011, abbiamo assistito alla proiezione di un lungometraggio, nella sala polivalente di Via Trieste, della  durata  di 52′ su immagini ed eventi degli anni 30/ 40. In particolare l’episodio centrale del film è stato il passaggio del Duce, il 15 maggio 1939, a Volpiano, diretto poi a Chivasso. La durata di queste riprese, realizzate da Don Salassa su una cinepresa  personale in 35 mm,é di  pochi minuti, di qui l’esigenza dell’autore Giancarlo Tagliati, di costruirci sopra una storia, con immagini provenienti dagli archivi storici, video, fotografie dell’epoca, testimonianze in diretta di persone che avevano vissuto quegli avvenimenti. Il filmato  era in possesso della famiglia Ferro, si sapeva dell’esistenza da tempo, ma per decenni é rimasto nascosto tra le mille cose di una casa; poi si è materializzato e il Tagliati l’ha digitalizzato. La pellicola comprende anche scene di divertimento in Vauda e ai Ronchi, d’inverno: ragazzi,  studenti che sciano e poi la discesa delle cosidette “rivaure”, o meglio lose, slittini, attaccati a dieci e anche piu’ per volta, che scendevano dalla Madonna delle Vigne a P.zza Cavour.

Ci sono state fiere testimonianze di persone di allora che raccontavano la vita di tutti i giorni, gli orari della canavesana per arrivare a Torino, le lunghe ore fuori casa per fare la giornata; l’alimentazione di allora, il lavcoro faticoso dei campi; l’insegnamento nelle scuole.

Ci sono inoltre immagini dei bombardamenti aerei che il regista ha avuto da amici statunitensi che avevano combattuto in Italia. Inoltre spiccano le vedute di Volpiano com’era, della chiesa oggi, all’esterno e all’interno.

Le immagini delle campane che suonano, segnano la dichiarazione dell’entrata in guerra dell’Italia tra l’acclamazione popolare e lo sgomento dei piu’ anziani. Tutto il film è accompagnato da una voce fuori campo che racconta.

E’ stata una bella serata, sul filo dei ricordi e preziosa testimonianza per  noi e per le generazioni attuali che non potranno più contare sulla preziosa testimonianze dei loro nonni.

Per me e mia sorella poi é stata fruttuosa, perchè alla terza immagine proiettata è comparsa una fotografia dei coscritti del 1919, in cui abbiamo immediatamente riconosciuto mio padre giovane.

Gaspara gentilmente me l’ha spedita e con mia mamma cerchiamo di dare un nome agli altri visi sorridenti e fieri che posano accanto a mio padre.

Franca.

mussolini con agricoltori

Il canto degli Italiani – coro di Michele Novaro

domenica 27 Marzo 2011

Ieri sera, venerdì 25 marzo 2011, si è tenuto un concerto nella sala polivalente di Via Trieste da parte del coro Michele Novaro.

La serata era organizzata da Terre di Fruttuaria, ospiti del Comune di Volpiano. Il coro era diretto dal maestro Maurizio Benedetti, al pianoforte l’unica donna , Ilaria Schettini, voce narrante Mario Brusa. In occasione del 150° anniversario dell’Unita’ il coro ci propone “Il canto degli Italiani”, una raccolta di composizioni che descrivono la nascita del nostro inno nazionale avvenuta nel lontano 1847, il 10 novembre, in casa di Valerio Lorenzo a Torino (genovese), presenti Novaro Michele (anch’esso genovese),  Felice Luigi Rossi, Vittorio Bersezio, Ulisse Borzino. Scritto  dall’ allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato quindi  a Torino da  Michele Novaro, il Canto degli Italiani,  nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l’Austria. L’immediatezza dei versi e l’impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell’unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi.

Il coro Novaro ha poi eseguito   s’ Hymnu sardu nazionale , era l’inno dell’Italia monarchica, eseguito obbligatoriamente persino nelle accademie militari durante le manifestazioni ed esercitazioni e alla fine della messa (fino alla caduta della monarchia).  Sotto il fascismo eseguito assieme alla Marcia Reale e a Giovinezza nelle manifestazioni ufficiali.  Poi è stata i cantanti hanno eseguito  “ La Coccarda” sempre del 1847  scritto in onore di Carlo Alberto, quindi “ Addio mia bella addio” , un canto poopolare del 1848.  A seguire musiche di Verdi: “Suona la tromba” e “Viva l’Italia”.

Quindi  il coro  ha dedicato alcuni brani alla figura di Garibaldi : ” Camicia rossa”, canto popolare e “Inno a Garibaldi”.

Una parentesi simpatica è stata l ‘esecuzione della “Bella Gigogin”, che tutti conosciamo e che tutti abbiamo cantato. Infine a solenne chiusura della serata e del percorso letterario c’e’ stato proposto l’Inno di Mameli, prima eseguito dal coro e poi da tutti noi, in piedi. Nelle immagini che ho rivisto a casa mi ha colpito una bambina che canta convinta l’inno nazionale e tiene una mano sul cuore a simboleggiare l’importanza del momento, questo gesto mi fa ben sperare nelle generazioni future, sperando che quella bimba non fosse l’unico caso.

Vi ricordo che l’inno “Fratelli d’Italia” o ” INNO DI MAMELI” è diventato dopo il 1946  l’ “inno nazionale”. Dopo l’annuncio del papa PIO IX a mobilitarsi contro l’ oppressore, il popolo si anima di nuova linfa e sulle parole del  Mameli che gia’ aveva combattuto e sperato in un’Italia unita, convinto mazziniano quale era, il Novaro musica un sogno: un’immensa pianura che raccoglie gente da ogni dove e questa gente si anima di fronte all’annuncio del Papa e prende forza e coraggio; da qui il concitato e incalzante coro che risponde al proclama di Pio IX. Alle parole del Mameli, il Novaro aggiunge semplicemente quel SI’ a fine strofa, a rafforzare il giuramento ” Siam pronti alla morte, l’Italia chiamo’”.

La serata è stata appassionante e trepidante.  Devo dire che non avevo mai cantato l’inno per intero e le parole, mi hanno colpito profondamente, le ho trovate di un’attualità impressionante.

Sono convinta dei principi di unità affermati con  lungimiranza  e fede dai nostri padri fondatori, sanciti da Dio e dagli uomini che hanno combattuto, creduto e sperato in quei valori.

Mi sembra così assurdo  che alcuni oggi, affermino il contrario e vogliano la divisione di questa nostra Italia. Possibile che la memoria sia così corta…….

Franca.

please install flash