Il suono delle campane ha accompagnato da sempre i momenti lieti e tristi del singolo e della comunità, forte voce pubblica cristiana, che segnava le nascite, i battesimi, ma anche le morti, i funerali, l’agonia, il viatico, i matrimoni, l’Angelus, i Natali, le Pasque….
Mia madre racconta, in base ai suoi ricordi, che il suono delle campane era diverso, a seconda dell’annuncio che volevano trasmettere: ‘ l tripulin, segnalava la morte di un neonato, e questi annunci erano più frequenti di quanto si pensi negli anni 30 – 40, ora non si sentono più; poi c’era “la passa’” che annunciava la morte di un cristiano e persiste tutt’oggi. Le persone si “segnavano”, si facevano il segno di croce, affacciandosi alle finestre del centro, chiedendo: “Chi a l’è mortie?”. Un altro compito principale della campane era quello di suonare l’Angelus, tre volte al giorno: mattino, pomeriggio e vespro. In queste occasioni le persone si fermavano, ovunque fossero e recitavano l’Ave Maria, gli uomini con il cappello in mano.
Quando Don Claudio é arrivato a Volpiano, ci ha invitati a recitare un’Ave Maria alle ore 21 della sera, al suono delle campane: un modo per pregare insieme, tutta la famiglia riunita. Famiglia: luogo di accoglienza, di pace, di ritrovo, di condivisione, di Amore, un bel modo per raccontarci la giornata trascorsa.
Ben diverso era, ed é, il tocco delle campane che suonano a festa per annunciare la Pasqua: squarciando il silenzio dei giorni precedenti, annunciano con gioia l’incontro dei credenti con Cristo risorto.
Anche a Natale il suono é festoso, l’annuncio che portano é contagioso: é nato il Salvatore, pastori accorrete! Gente tutta, accogliete l’annuncio! Angeli contemplate la Gloria di Gesù!
Nella civiltà contadina le campane hanno sempre avuto il compito di suonare all’arrivo dei temporali e della grandine, nella speranza di allontanare questi fenomeni funesti e salvare il raccolto. Si suonavano anche in caso di pericolo, di peste, di incendio, per radunare la popolazione, o per invocare solidarietà, donando a chi le ascoltava un senso di appartenenza, di unità.
Ai fini civili, le campane sono state utilizzate per segnalare le ore, a volte le mezz’ore, l’entrata e l’uscita dei ragazzi a scuola, gli annunci importanti comunitari.
Le campane, come la chiesa, l’altare, il calice, venivano consacrate con l’olio santo, con un rito pontificale, che solo il Vescovo poteva eseguire.
Sulle campane venivano scritte frasi propiziatorie, se ne sono trovate diverse: “Lodo il Vero Dio, chiamo il popolo, riunisco il clero, intercedo per i defunti, scaccio la peste, adorno le feste”; su altre frasi tipo” Preghiamo per i defunti”; “Fuggiamo la peste”. E’ da appurare quello che c’é scritto sulle nostre cinque campane.
Per ora sappiamo che necessitano con urgenza di un intervento di manutenzione e di messa in sicurezza. E’ stata contattata la Ditta, tuttora esistente, che le aveva prodotte nel 1893, per conoscere i lavori da eseguire, ed é stato formulato un progetto. Non si tratta di cifre impossibili: il costo dovrebbe aggirarsi sui 63.000 euro, cifra che é stata raggiunta con il contributo e la generosità di molti.
Questa mattina sono state rimosse per prestare loro le cure necessarie, la dovuta pulitura e la sostituzione per altre. Occasione propizia quella pasquale, quando il silenzio scende mesto sull’intero paese e nei nostri cuori, nei tre giorni che precedono la Risurrezione di Cristo per poi esplodere in tutta la loro gioia il giorno di Pasqua.
Formulerei un augurio di speranza per tutti noi, un forte desiderio : che le campane del nostro campanile non smettano mai di suonare e porgerei un grazie doveroso alle vecchie campane, rimosse proprio questa mattina, dopo 120 anni di onorato servizio, protagoniste indiscusse della nostra vita quotidiana, protettrici della comunità, affinché esse continuino a vegliare su di noi, anche dopo la loro rimozione, solo da una prospettiva diversa……
“E’una bella cosa ascoltare il suono delle campane che cantano la
gloria del Signore da parte di tutte le creature. E poi ciascuno di noi
porta in sé una campana molto sensibile: questa campana si chiama
cuore. Questo cuore suona, suona e mi auguro sempre che il vostro
cuore suoni sempre delle belle melodie; melodie di riconoscenza, di
ringraziamento a Dio e di lode al Signore e che superi sempre le
melodie cattive di odio, di violenza e di tutto ciò che produce il male nel
mondo”.
(Giovanni Paolo II, parrocchia Santa Maria del Rosario di Roma”)
Buona Pasqua a tutti!
Franca Furbatto