Archivio della Categoria 'Considerazioni'

è primavera!

mercoledì 28 Marzo 2012

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è uno dei momenti in cui mi piace di più vivere “in campagna”! Vi suggerisco tranquille passeggiate appena fuori dal centro di Volpiano ma anche nel centro stesso si trovano alberi fioriti che spuntano dai muri di cinta;  a piedi o in bici girare un po’ qua e là è una vera delizia. E chi ha più buona volontà può salire sulla Vauda e approfittare dei sentieri risistemati (anche adesso gli operai stanno lavorando col contributo delle associazioni per prepararne altri). C’è chi ci va da solo, con pochi amici e anche chi si organizza per passeggiare in compagnia, anche durante la settimana, se vi interessa potete sicuramente trovarli. E, in anteprima, vi posso annunciare che a maggio ci sarà una giornata tutta dedicata a questi sentieri.0a24abf7aa6c3a32ef70b6011c524a9d

Gustavo Rol – Una Vita di prodigi

sabato 17 Marzo 2012

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Ho avuto modo di leggere alcuni libri su Gustavo Rol, straordinario e grandissimo  personaggio di cui avevo sentito parlare, ma non avevo avuto modo di approfondire. Nacque a Torino il 20 giugno 1903, giorno della Consolata, alla quale sarà devoto tutta la vita. La sua famiglia è agiata, il padre è il direttore della Comit, prima a Londra e poi a Torino. La sua è una delle famiglie più in vista della buona borghesia piemontese. Abita in un grosso appartamento in Corso Duca di Genova (oggi Stati Uniti) e la famiglia possiede una villa settecentesca a San Secondo di Pinerolo, loro paese di origine e utilizzata come residenza estiva. Ha due sorelle e un fratello. La madre, Martha, bellissima, è figlia dell’Avvocato Peruglia Antonio, presidente del tribunale di Saluzzo e magistrato a Parma per alcuni anni.

Il piccolo Gustavo è un bel bambino, biondo, occhi azzurri, magnetici. piuttosto chiuso, tarda a parlare e i suoi se ne preoccupano, a due anni pronuncia la prima parola: Napoleone! Per tutta la vita nutrirà una profonda ammirazione per l’imperatore e diventerà collezionista dei suoi cimeli; preciserà egli stesso di non essere la sua reincarnazione o di aver vissuto una vita precedente in età napoleonica.

Non ha molto voglia di studiare e i risultati sono mediocri, questo fino al ginnasio; poi improvvisamente il suo atteggiamento cambia, si laurea a Torino in legge, poi a Londra in scienze commerciali e a Parigi in biologia medica. Presta il servizio militare negli alpini e grazie alle condizioni familiari conduce una vita agiata. Per compiacere il padre entra in banca, ma sarà un lavoro che abbandonerà ben presto per dedicarsi alla pittura e all’antiquariato. A Marsiglia, dove lavora, conosce Elna Resch Knudsen, una ragazza norvegese, bellissima, parente del re , se ne innamora e trascorrono delle bellissime giornate insieme. Di lì a poco i due si sposano, staranno insieme tutta la vita. Non avranno figli ed Elna rappresenterà una figura importante e costante nella sua vita.

Ad una certa età (ca. 27 anni) prende consapevolezza  delle sue capacità, affinate attraverso esercizio costante con le carte, ma assume anche maturazione e speranza che qualcosa di molto importante stia accadendo in Lui. E’ spaventato da tutto questo, dapprima se ne ritrae, poi impara a conviverci. Intanto comprende, man mano che procede negli esercizi che il suo spirito deve essere il più puro possibile. E’ sempre stato profondo credente.A poco a poco si trasforma interiormente, il suo Io diventa forte e capace di riconoscere le carte coperte, ma anche di leggere libri chiusi, di leggere il pensiero delle persone, di vedere l’aura delle stesse e di percepire le loro sofferenze, per poi arrivare a dipingere senza toccare i pennelli o a scrivere direttamente, o a trasportare oggetti dal passato.

In uno dei libri sono riportati le innumerevoli testimonianze relative ai suoi “esperimenti”, così li chiamava,  svolti principalmente a casa sua, ma anche a casa di amici, dai suoi vicini, al ristorante, nel corso di sessantatreanni di attività . Erano esperimenti con le carte, lettura di libri chiusi a distanza, pittura su tela, scrittura su fogli, viaggi nel tempo e nel futuro, materializzazione di oggetti provenienti dal passato che lasciavano sbalorditi e confusi i presenti. Rol si esibiva con estrema naturalezza e gioia, senza vanto, ne pubblicità, schivo alla fama e alle lusinghe.

La sua purezza di cuore, quella che all’inizio della sua avventura, aveva scoperto indispensabile per compiere prodigi, non l’ha mai abbandonato. “Anche solo se lucrassi un soldo con un mio esperimento, so che tutto sarebbe finito. Quello che faccio lo devo fare per gli altri”, ripeteva.

Spesso, infatti, si recava negli ospedali, alle Molinette e al Cottolengo era di casa, si tratteneva amabilmente, essendo uno splendido conversatore, una decina di minuti con gli ammalati, imponeva loro le mani e poi li salutava, fino alla prossima visita. I pazienti si sentivano sollevati per qualche ora dalle loro sofferenze. Tutto il personale sanitario, i medici, le suore lo adoravano.

Ha sempre snobbato gli scienziati, gli studiosi, gli scettici, in quanto incapaci di recepire il suo messaggio, troppo alto e spirituale per essere da loro compreso. Per Rol tutto ciò che fa potrebbe essere patrimonio di ogni uomo che abbia intuito la sua realtà e tale realtà, proveniente da Dio, può essere rivelata a chiunque se ne renda degno con l’elevatezza dello spirito, con la rettitudine, con l’onestà, lo spregio delle ricchezze e delle cose terrene. Il suo messaggio si rivolge all’uomo, non alla scienza. Certo come testimoniano, in tanti, che sono stati vicino a Lui, si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un essere che ha un cuore umano, infinita sensibilità, ma anche capacità che vanno oltre la normale concezione terrena.

Non poteva compiere esperimenti su comando o dietro richiesta, faceva cosa si sentiva. Per questo non si sottopose mai ad esami o controlli da parte di scienziati.

Diceva “ Tutto è vivo, anche la materia e tutto ha uno spirito, anche quando quell’oggetto è distrutto ne resta la storia, il suo spirito. Passando dagli oggetti inanimati all’uomo lo spirito diventa intelligente. Lo spirito intelligente non è l’anima, questa ritorna a Dio dopo la morte, mentre lo spirito rimane sulla terra come una scheda segnaletica personale e comprende funzioni e pensiero dell’individuo, ed opera oltre la morte della stessa.”

Di fronte alla domanda di un giornalista sul significato dei suoi esperimenti Rol rispose: “Il significato dei miei esperimenti è che lo spirito dell’uomo è la creazione più alta che Dio ha realizzato e come tale gli competono facoltà e possibilità straordinarie. Tutto ciò che ho fatto è per essere utile al mio prossimo e non per fini lucrativi o personali.”

L’idea che mi sono fatta di Lui è complessa: lo ritengo un uomo buono, che possedeva una cultura straordinaria, come lo è stata la sua vita; ha coperto quasi un secolo con i suoi prodigi e di lui si è parlato e se ne parla in tutto il mondo. Dotato di capacità straordinarie, le ha messe a disposizione del prossimo. Ma è stato anche un uomo solo, come afferma Lui stesso, combattuto tra il suo essere e la voglia di stare con gli altri e di essere compreso. Compito difficilissimo da perpetrare perché di Lui forse si guardava solo alla sua UNICITA’ e non alla sua solitudine.

Franca.

LE MIE PRIGIONI.

domenica 4 Marzo 2012

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LE MIE PRIGIONI

L’azzurra fiamma dell’arco voltaico lancia i suoi ultimi guizzi.Con il martelletto il fabbro toglie le scorie poi, con le sue robuste braccia, tira l’inferriata e con espressione soddisfatta dice alla sua cliente: “Sono ben fissate ci vuole altro che il piede di porco”

La signora, già avanti negli anni e visibilmente preoccupata, replica: “Dicono che usano il flessibile silenziato e in pochi minuti riescono a eliminare difese attive senza produrre rumore. Ho fatto installare anche un antifurto perimetrale collegato a quello interno volumetrico”

Che si tratti di un ingegnere in pensione? “ (Viene da pensare).  NO! E’ solo una pensionata e sta cercando di proteggere la sua abitazione, le sue cose, il cui valore  può anche essere irrisorio dal mero lato economico, ma inestimabile  per lei che, come la maggioranza,  è molto legata all’aspetto affettivo che ogni oggetto rappresenta.

Eppure non siamo a Città del Messico o a Brasilia dove le inferriate proteggono gli alloggi e balconate fino al 4° piano e la gente si attrezza per proteggersi da sola.  Siamo a Volpiano, l’isola felice,  dove non succede mai niente (sembra) .

Invece basta uscire di casa, il più raramente possibile di questi tempi, e di che cosa senti parlare? Di furti! Ieri sono andati da Tizio e poi da Caio ecc… e la lista diventa sempre più lunga e i sistemi che usano sempre  più sofisticati: si è ormai diffuso un clima di insicurezza.

Quando il giorno volge al tramonto,  attraverso le finestre si osserva lo spettacolo della natura.

Ti prende una stretta al cuore, il sole rosso si vede a scacchi,  offuscato   dai fumi che, come un triste presagio in lontananza,  si levano lenti.

Daniela B.

adesso si che è polare!

lunedì 6 Febbraio 2012

Fino all’altro giorno era ancora più che normale il freddo, siamo in inverno! -7 o giù di lì non era una cosa nuova, nuovi erano 1 13-15 gradi sopra zero visti spesso negli ultimi tempi, ma adesso sì che fa freddo! Questa mattina alle 8.30 il mio termometro che è in un posto riparato e “calduccio” faceva -11 e alle 9.30 -9. Bisogna dire che queste temperature ( o le belle neviacate) fanno apprezzare ancor di più l’essere in pensione 🙂 e il poter uscire solo se ne abbiamo voglia. Devo dire che sabato a vendere le arance dell’AIRC si gelava proprio. Speriamo che per il 19 febbraio, quando è prevista la sfilata di Carnevale ci sia sole e almeno qualche grado sopra lo zero.

Quest’anno io sono pigra, non avete qualche bella foto da farci vedere?

Riflessioni di inizio anno

domenica 15 Gennaio 2012

……. Certo sarebbe bello scoprire come avete trascorso il Natale, quali sono le Vostre tradizioni, le Vostre ricette, i modi di vivere queste feste, gli addobbi,  i canti, le cose create da Voi e  che avete regalato, i regali più brutti e piu’ diversi che avete ricevuto, l’ invito è rivolto a tutti Voi che ci leggete . Sarebbe  un modo simpatico di conoscerci, di abbattere barriere e allargare le nostre visioni su aspetti della vita quotidiana, partendo da una tradizione sentita quale quella del Natale al fine di raccogliere idee,  suggerimenti e perchè no, confrontarsi.  Che ne dite? Una sorta di collezione collettiva di tradizioni, ricette, fiabe, giochi, testimonianze dei Natali che avete vissuto, il Natale più bello da ricordare e quello più triste. Se siete d’accordo, lasciate un commento.

Franca.

“Mamma nastrino”

domenica 4 Dicembre 2011

Giovedi’ mattina ho avuto il piacere di partecipare al primo incontro di un corso neonatale all’Ospedale di Chivasso, con mia figlia Cristina e la mia nipotina Ginevra. Voi direte: “che ci facevi tu?, la nonna?“, c’era la possibilità di partecipare, anche le zie, e naturalmente i papà e quindi ho preso al volo l’occasione , che mai avrei potuto perdere.  E’ stato bellissimo! Intanto una splendida iniziativa promossaa dall’Ospedale dove Cristina ha partorito ad agosto, è aperto a tutti, però bisogna iscriversi per programmare gli incontri che avvengono intorno ai tre quattro mesi del bambino. Il corso è tenuto dalla Sig.ra Lucia, un’ostetrica dolcissima, che spiega con delicatezza e pazienza le tecniche di massaggio da applicare al neonato. Si tratta di tocchi delicati, carezze, sul dorso, sul pancino, sul viso, sulle braccia, sotto i piedi. Durante gli incontri ci  farà vedere i gesti sulle varie parti del corpicino. L’ambiente è ben riscaldato e i bambini vengono tenuti solo con il pannolino su un cuscino di fronte alla mamma, seduta davanti a loro. Al centro della stanza Tata Lucia  spiega i movimenti attraverso un bambolotto Andrea che tiene tra le sue braccia. Al corso hanno partecipato sei bambine e un solo maschietto. Due bimbette sono gemelle. E’ stato bellissimo vedere tutti quei bimbi, ognuno con caratteristiche diverse: chi biondo, chi scuro, chi pacioccone, chi più peperito, tutti splendidi. C’era la vita che pulsava in quella stanza, che gridava a gran voce o in sordina la voglia di vivere e l’amore delle loro mamme. A turno infatti tutte le mamme hanno raccontato le loro esperienze durante la gravidanza e il parto e la loro vita in questi primi mesi. L’emozione è stata forte, perchè ognuna a modo suo, raccontando il suo percorso, ha messo a nudo le proprie emozioni e i loro stati d’animo. E’ stata brava Tata Lucia ad ascoltare, dando voce a tutte, me compresa, come nonna, senza giudicare, senza scomporsi o stupirsi, cercando di suggerire atteggiamenti o gesti che potevano tornare utili. Ha poi ribadito che li’ i bambini possono piangere, perchè è il loro modo di esprimersi e sta alle mamme, o chi sta loro accanto cercare di comprendere il loro linguaggio. Ha poi spiegato alle neo mamme di essere indulgenti con sé stesse: nessuno nasce genitore, e la professione è dura da apprendere e il cammino lungo, e cambierà a seconda del bambino che avrai davanti. Si potranno commettere degli errori, ma ci sarà la possibilità di porre rimedio, se si avrà l’umiltà di confrontarsi con se stessi e con gli altri. E’ stato un bel momento di condivisione, che ho trovato estremamente utile, soprattutto per chi è completamente solo e non ha nessuno con cui confrontarsi. Ci ha poi letto una bella poesia che riporto, commovente, e che indica tutti i tipi di mamme, e vi assicuro che in quella stanza ne erano rappresentate diverse. Io Cris e Ginevra(che é stata bravissima) siamo uscite entusiaste, così le altre mamme con i loro bambini. Alla fine Tata Lucia ha salutato tutti con un abbraccio.  Per ogni corso viene scelto un nome, suggerito dalle mamme: il nostro sarà “il treno dei sogni”.  Grazie Cris per avermi coinvolta, e grazie a Tata Lucia per la sua disponibilità.

Un bacione a tutti i bimbi presenti: Francesca, Giada, Gaia, Ginevra, Davide, Alessia,Irene.

MAMMA NASTRINO

tutte le mamme del mondo, tutte, hanno i nastrini.
tutte le mamme anche quelle che vivono in cielo che fanno le pilote d’aereo o le astronaute.
Le mamme viaggiatrici che scalano le montagne o si avventurano da sole tra i ghiacci polari.
Le mamme domatrici con un carattere da tigre.
Le mamme cannibali che mangiano di baci i loro piccoli.
Le mamme che cucinano orecchie di coccodrillo e code di formica.
Le mamme dottoresse che curano il mal di pancia dei maialini raccontando una storia.
Le mamme leonesse che non tagliano mai le unghie ai loro piccoli.
Le mamme brutte con il naso da strega.
Le mamme belle bianche nere rosse gialle verdi e blu.
Le mamme a strisce e a punti.
Tutte le mamme del mondo hanno i nastrini.
Tanti nastrini lunghi e colorati che legano i loro cuori a quelli dei loro bambini.
nastrini invisibili di stoffa molto elastica che possono allungarsi allungarsi allungarsi…..

accorciarsi accorciarsi accorciarsi…….

Se la mamma vola a New York e il bambino viaggia nel deserto di Timbuktu.
Se la mamma corre in cucina e il bambino si rifugia sotto le coperte.
Se la mamma lavora lavora e lavora e al bambino vengono i puntini delle coccinelle, il raffreddore degli elefanti e la tosse degli asini.
Se la mamma resta a casa e il bambino va a scuola, il primo giorno 8 ore che sembrano 8 anni.
Il tamburo del cuore batte. Tu tum tu tum tu tum,pronto pronto.
L’altro tamburo risponde tu tum tu tum eccomi,un po’ di pazienza!
Mamma e bambino si parlano, da cuore a cuore.
in una lingua misteriosa che solo loro capiscono.
“Mamma mi vuoi bene ?”
“Si come da qui a marte”
” Io di più’ come da qui al negozio di pizze”
I nastrini sono infrangibili,niente puo’ tagliarli…o annodarli…..o dividerli.
I nastrini legano mamma e bambino con il loro alfabeto segreto.

Tratto da “Mamma Nastrino – Papà Luna” – Emanuela Nava – PIEMME 2006

Franca.

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“Ho attraversato il mare a piedi” – Loredana Frescura e Marco Tomatis

lunedì 28 Novembre 2011

L’intestazione dell’articolo è il titolo del libro che ho appena letto su Anita Garibaldi. Una bella storia d’amore e di passione per la libertà, pienamente condivisa dai protagonisti: Anita e Giuseppe (Josè in brasiliano). E’ scritta a due mani dagli autori Loredana Frescura e Marco Tomatis. Ho scoperto che sono al sesto libro scritto insieme, lui fa la voce maschile e lei quella femminile, in questo caso Anita e Miguel, un amico di infanzia, innamorato da sempre di Aninha, come la chiamano nella sua terra. La figura di Jose’ (Garibaldi) è fuori campo, personaggio importante nella storia, ma in questo caso si vuole parlare di Anita, figura fin troppo trascurata, viva nell’immaginario, specialmente femminile per la sua travolgente passione, per il suo coraggio, per la sua sete di libertà. Cresce in Brasile, in una famiglia poverissima, in un paese dilaniato da lotte intestine, guerre di indipendenza, ribellioni in fermento. Da sempre avversa ai soprusi, alle ingiustizie, è affascinata dalla voglia di libertà e giustizia che il suo popolo, ma anche  tutta l’America latina, inseguono. Suo padre è una persona giusta, con profondi sentimenti patriottici ed è convinto sostenitore dell’uguaglianza tra i popoli e delle loro legittime aspirazioni. A 14 anni dopo la morte del padre la madre la dà in sposa ad un uomo che non ama, molto più vecchio di lei: un violento che la sottopone ad ogni tipo di umiliazione e sopprusi. A 18 anni incontra Josè, l’AMORE della sua vita: Jose’. Lui ha già messo gli occhi su di lei, avvistando la sua figura fiera e bellissima dal vascello che sta per attraccare a Laguna (Brasile), il paese di Anita, dove Garibaldi combatte la rivoluzione contro gli imperiali, per la libertà di quel popolo. Tra i due è amore a prima vista, ma non solo. è condivisione di ideali, scopo di una vita. Avrà da Josè cinque figli (una bimba morta a due anni improvvisamente) , sarà combattuta sempre tra il ruolo di madre e quello di compagna di battaglia di Jose’.  Lei è sprezzante, senza pericoli, temeraria, convinta dei suoi ideali, passionaria. Bravissima nel cavalcare , con i cavalli ha un rapporto particolare: parla loro, li capisce e loro capiscono lei. Sa maneggiare le armi, il macete, les pelotas meglio di qualunque uomo.  La voce di Tomatis nel libro è riferita a Miguel, amico del cuore di Anita, un ragazzo con un difetto fisico, lo chiamano con disprezzo “lo storpio”, ma Anita no, lo difende, trascorrono l’infanzia avventurosa insieme e per amore lui la seguirà per starle accanto, unendosi a Garibaldi, proteggendola, confortandola nei momenti difficili con la sua presenza rassicurante, che non ha bisogno di parole. Le stara’ accanto fino alla fine. Anita lascerà la sua terra, attraverserà il mare per stare accanto al suo uomo. Morirà in battaglia all’età di trentacinqueanni, affranta da una forte febbre (malaria) che la tormenta, incinta di sei mesi del quinto figlio di Jose’. Moriranno entrambi, madre e figlio, seppelliti alla bene e meglio sulla spiaggia, perchè non c’e tempo per fermarsi. Le verrà data successivamente una decorosa  sepoltura. Amici e gente comune la piangerà perchè ormai è leggenda.   Lei che “é tutte le donne” come dice il suo Josè, ha scelto di vivere una vita di stenti, di privazioni, senza fissa dimora, in povertà, pur di stare accanto al suo uomo Josè ( unico amore della sua vita) e di morire per un sogno di libertà per un popolo che non era neanche il suo, ma del quale condivideva la speranza di unione e di libertà.

Un bel libro per adulti e ragazzi, si legge d’un fiato. Ora vado a cercare qualcos’altro su Anita e sui due autori.

Franca.

Bella la dedica degli autori: A chi alla passione sa unire l’ideale, a chi, nell’onestà, pratica la giustizia e la verità, a quanti pensano che amare sia il miglior modo di sentire la vita, a chi la vita l’ha spesa per la libertà di poter amare, a quanti si impegnano a non dimenticare che uniti si è migliori.

PREMIO LETTERARIO UNITRE

venerdì 11 Novembre 2011

Ieri mattina,  giovedì  10 novembre 2011 nella bellissima cornice del Teatro Carignano di Torino è stato consegnato un premio letterario di livello nazionale e internazionale riguardante il periodo del Risorgimento.

Proprio il 1°  PREMIO,   MA A CHI?

alla nostra amica blogger  DANIELA BOSCARATO   a cui vanno  TANTISSIMI COMPLIMENTI   da tutte/i  noi, dall’Unitre di Volpiano con l’augurio di proseguire  con altre bellissime opere.

Voglio  anche ringraziare  Franca Furbatto e  Piera Camoletto  (anche loro blogger)  per la Loro partecipazione al  concorso.

Chi avesse piacere di leggere questo  suggestivo racconto  ambientato nel primo dopoguerra a Volpiano  può contattare l’autrice tramite questo blog . 

ANCORA TANTI AUGURI E COMPLIMENTI A DANIELA!!!

E  UN INVITO ALLA SCRITTURA A  TUTTI   perchè  è stato aperto  un nuovo  CONCORSO LETTERARIO   a livello nazionale  di racconti  e poesie ( anche dialettali)  con tema libero  E scadenza Febbraio 2012 .

   Per saperne di più chiedere il bando  in segreteria Unitre – telef. 339/4401676

. MarBi

dove siete?

martedì 11 Ottobre 2011

non scrive più nessuno? (nemmeno io, è vero)

è arrivato l’autunno, finite le feste e le serate all’aperto torniamo al nostro blog!!

intanto vi mando qualche foto del mio viaggio in Burundi

era la conclusione di un progetto CCM e Comune di Volpiano sulla prevenzione della trasmissione dell’AIDS tra mamma e bambino durante la gravidanza e il parto, è stato molto interessante vedere dal vero le cose di cui Bordigoni ci parla da circa 30 anni

oggi le foto poi, se vi interessa anche qualche commento

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avete notato lo stemma di Volpiano sulla maglietta e sullo striscione? ce lo meritiamo dopo tanti anni di torte, banchi di beneficienza, polente, cucito ecc. ecc!

La leggenda delle libere rape metropolitane

martedì 14 Giugno 2011

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“Ho letto molto, e trovato soltanto incertezza, menzogna e fanatismo.  Delle cose essenziali so poco più di quanto non sapessi quando ero lattante.  Io preferisco piantare, seminare ed essere libero.”  (Voltaire)

Si narra,  che fin dall’antichità, il giardinaggio fosse considerato  un’arte con difficoltà al pari della letteratura: si tratta, in entrambi i casi , di  raggiungere un’intensa espressione di forme e di idee.

Iniziata la bella stagione negli orti e nei giardini è un gran brulicare di pittoresca umanità che, assumendo le posizioni più svariate, a volte inverosimili, traffica  con  terra , terriccio, bulbi, semi e piantine.

E’ un’orda contagiosa di zappa selvaggia e fanatici della cesoia.

Si può trasformare un pezzetto di terra ricavandone frutta, verdura, fiori, colori e profumi: una delizia ristoratrice per lo spirito e un conforto rinfrescante per il cuore ed …il palato.

Certo ora i termini “ortolani” o “giardinieri” sono decisamente superati.  La definizione da usare per stare al passo con i tempi è: hobby farmer.

Si tratta  di quel  salottiero ceto sociale radical-chic che disquisisce sul rapanello rosso, la lattuga verde ed il peperone a pois,  producendo  elaborate argomentazioni  di elevato tenore intellettuale.

Ci sono gli attivi, ovvero i promotori del fanatismo verde, che si sporcano le mani e fieri esibiscono i calli perché “fa tanto macho”

Ci sono i pigri, che adottano l’orto a distanza, scelgono le verdure, le piantano, e ne seguono la crescita : tutto virtualmente.   E’ risaputo come FarmVille su Face Book abbia trasformato milioni di utenti in contadini virtuali.

Sull’argomento si stanno sviluppando numerose nuove associazioni tipo “libere rape metropolitane “ o  “casto zucchino randagio “ – ed altre ancora con definizioni altrettanto bizzarre.

Ovunque si riscontra un desiderio di verde, che non è solo estetico e decorativo,  ma a volte raggiunge livelli paradossali: a Milano il signor Chen, cinese, fa crescere pomodori e melanzane nella terra delle barriere spartitraffico.

Sempre a Milano si sviluppano orti  urbani  dove crescono pomodori e zucchini su pareti  verticali  (visibili in piazza Beccaria)

Pensionati “ortisti”  dunque ma anche i giovani  dimostrano d’ aver capito che vangare e zappare è un ottimo esercizio fisico,  raccomandato anche da specialisti medici.

E noi “zappe volpianesi” da sempre pionieri e provetti ortolani/giardinieri, antesignani della cultura verde,  possiamo dire di essere al passo con i tempi.  Nel nostro paese infatti, chi volesse intraprendere un “turismo verde/bio_itinerante” potrà ammirare con quale e quanta cura sono tenuti gli orti, quasi  una forma di competizione a chi produce il peperone più lungo o la zucca più grossa.

Troppo spesso, ed erroneamente,  si tende a considerare il lavoro della terra , come una mera alternanza di gesti ripetitivi ed arcaici, mentre si tratta di una scienza in  continua evoluzione ed innovativa seppur  sempre legata a regole precise e rigorose la cui ottemperanza non può che essere educativa.

Anche in questo settore, di fatto, le mode  sono cambiate: ora molti orti vengono  sostituiti da giardini, i più strani ed esotici. Nascono laghetti artificiali che da giugno a settembre si riempiono di plotoni di zanzare in grado di scacciare ogni forma di vita umana.

Il ciliegio o l’umile vite americana vengono sostituiti dall’ulivo secolare che le gelate invernali ridurranno ad una  pianta secca e nodosa.

E’ la moda,  è la democrazia verde;  e ben venga la frase del saggio cinese:  “ Tutti i giardinieri la sanno più lunga degli altri giardinieri”

Daniela Boscarato