Archivio della Categoria 'Considerazioni'

il giorno della memoria

domenica 27 Gennaio 2013

oggi è il giorno della memoria, memoria di cose così terribili e così “tante” che ogni anno quando vediamo quello che ci propongono attori e ragazzi delle medie c’è qualcosa di nuovo su cui meditare, qualcosa di nuovo da non dimenticare.

Bello quello che ci hanno presentato venerdì i ragazzi delle medie, davvero bravi sia nelle letture che nel video, che ci hanno ricordato quello che ha preparato l’olocausto e che anche in Italia ci sono stati campi di concentramento, Fossoli e Bolzano, e anche forni crematori come la Risiera di S. Saba. Brave anche tutte le insegnanti che non si stancano di ricercare e ragionare insieme ai ragazzi.

E visto che è il giorno della memoria ricordiamo anche tutte le altre vittime del nazifascismo; sto leggendo un libro che ricorda che al loro ingresso in Polonia repartispeciali delle SS avevano elenchi minuziosi di quanti dovevano subito eliminare: ebrei e comunisti ma anche commercianti, insegnanti, scrittori, preti, industriali…e altri che non erano nelle liste finirono lo stesso al muro come, tra i primi un gruppo di boyscout dai 12 ai 16 anni, e poi il prete che aveva voluto dare loro i sacramenti. Dice il libro “da quel momento il lavoro delle Einsatzgruppen, il cui racconto richiederebbe miglia di pagine può essere riassunto in tre lettere terribili ecc. Fino all’Unione Sovietica dove persino l’infinita ampiezza della parola eccetera non sarà più sufficiente.

Una cosa importante ci hanno ricordato i ragazzi delle medie, ci hanno parlato dei Giusti, quelli riconosciuti tali da Israele perchè, a loro pericolo, hanno salvato anche un solo ebreo. I giusti ci insegnano che si può resistere, che la solidarietà può vincere, che se esistono quelli capaci di vendere una vita umana in cambio di un pò di soldi e qualche chilo di sale, c’è chi, per difendere quella vita è disposto a rischiare la propria e quella dei suoi cari.

da “Il manoscritto ritrovato ad Accra” di Paulo Coelho

lunedì 7 Gennaio 2013

14 luglio 1099. Mentre Gerusalemme si prepara all’invasione dei crociati, un uomo greco, conosciuto come Il Copto, raccoglie tutti gli abitanti della città, giovani e vecchi, donne e bambini, nella piazza dove Pilato aveva consegnato Gesù alla sua fine. La folla è formata da cristiani, ebrei e mussulmani, e tutti si radunano in attesa di un discorso che li prepari per la battaglia imminente, ma non è di questo che parla loro il Copto: il vecchio saggio, infatti, li invita a rivolgere la loro attenzione agli insegnamenti che provengono dalla vita di tutti i giorni, dalle sfide e dalle difficoltà che si devono affrontare. Secondo il Copto, la vera saggezza viene dall’amore, dalle perdite sofferte, dai momenti di crisi come da quelli di gloria, e dalla coesistenza quotidiana con l’ineluttabilità della morte. Il manoscritto ritrovato ad Accra è un invito a riflettere sui nostri princìpi e sulla nostra umanità; è un inno alla vita, al cogliere l’attimo presente contro la morte dell’anima.

Vorrei condividere con Voi il capitolo sulla ” Lealtà ” da “ Il manoscritto ritrovato ad Accra” – Paulo Coelho,  invitandoVi a leggere il libro con gli occhi dei  nostri giorni, scoprendo l’ attualità e la modernità di certi argomenti e l’universalità di valori e sentimenti, preziosi compagni di tutti i tempi. Per certi versi, il libro, ricorda “Il Profeta” di Gibran Kalhil, pur trattando altri temi altrettanto universali. Buona lettura!

–   Un uomo che cercava freneticamente di annotare tutte le parole del saggio nato ad Atene ha sollevato il capo, rivelando uno sguardo da trance. La piazza, i volti esausti, i religiosi che ascoltavano in silenzio… Tutto sembrava appartenere a una visione onirica. Nel tentativo di convincersi che quella scena era reale, chiese: “ Cos’è la lealtà?” Il Copto rispose: “La lealtà può essere paragonata a un negozio dove si vendono vasi di porcellana pregiatissimi, la cui chiave è stata consegnata dall’ Amore.

La bellezza di quei vasi risiede anche nella loro unicità. Sono diversi come gli uomini, come le gocce di pioggia, o come le rocce incastonate nelle montagne.

Può accadere che, per un’ingiuria del tempo o per un improvviso cedimento, alcune mensole crollino. E allora il proprietario del negozio si dice:” Per anni, ho investito tempo, amore ed energie in questa impresa, ma ora i vasi mi hanno tradito, e si sono fracassati sul pavimento”.

Decide di vendere la bottega e partire. Diventa un solitario, carico di amarezze: pensa che non potrà fidarsi più di niente e di nessuno.

“Di certo, appartiene all’eventualità dell’esistenza che alcuni vasi possano andare in frantumi, distruggendo una sorte di implicito patto di lealtà con il prossimo. In tal caso, è meglio spazzare i cocci e gettarli nei rifiuti, perché ciò che si è rotto non tornerà integro.

In altre occasioni può succedere che le mensole si schiantino per cause incontrollabili: un terremoto, l’irruzione di un manipolo di guardie, la disattenzione di un cliente spaesato.

In quel momento, le persone presenti nel negozio si incolpano vicendevolmente per il disastro. Tutti strillano:” Era un danno prevedibile, oppure:” Se fossi stato il bottegaio, una simile situazione non si sarebbe mai verificata!”

“Niente di più falso! Ogni essere umano è prigioniero delle sabbie del tempo, e taluni eventi si sottraggono al suo controllo”.

“Dopo qualche tempo, le mensole vengono ripristinate”.

“Altri vasi le occupano, rendendosi visibili al mondo. Consapevole della caducità delle cose, il nuovo proprietario del negozio considera:” Un incidente si è trasformato in un’opportunità, e io ne ho approfittato. Mi trovo nella condizione di beneficiare di meraviglie delle quali non sospettavo nemmeno l’esistenza”.

La bellezza di una bottega di vasi di porcellana é affidata alla singolarità di ogni manufatto. Allorché vengono esposti uno accanto all’altro, ciascuno rivela una propria armonia ed esterna le fatiche del vasaio e l’ arte di chi l’ha dipinto.

“Nessuno di essi, però, potrà dire:” Qualora non mi venga assegnata una collocazione prestigiosa, lascerò questa mensola”. Infatti, se cercherà di passare all’azione, si trasformerà in un cumulo di cocci senza valore.

“È qualcosa che riguarda i vasi, ma anche gli uomini e le donne. E i popoli, e le navi, e gli alberi e le stelle”.

“ Allorché arriveremo a comprendere tutto questo, al calar della sera potremmo tranquillamente sedersi accanto al nostro vicino, per ascoltare le sue parole e replicare con quelle frasi che spera di sentire. Di certo, nessuno cercherà di imporre le proprie idee all’altro”.

“Al di là delle montagne che dividono i popoli, al di là delle dimensioni che separano i corpi, esiste la comunità degli spiriti, alla quale tutti noi apparteniamo. Non esistono cammini ridondanti di parole inutili, laggiù, ma i viali che uniscono ciò che è distante, strade mentali che, di tanto in tanto, devono essere riparate per via dei danni causati dal tempo”.

“In quel mondo, l’amante che ritorna dall’amato non verrà mai guardato con diffidenza, giacché i suoi passi saranno guidati dalla lealtà e l’uomo che fino a ieri, era considerato un nemico, ritroverà l’amicizia più sincera, poiché la guerra è finita e la vita continua”.

“E il figlio perduto ritornerà sempre, arricchito dalle esperienze vissute lungo la strada. Il padre lo accoglierà felice e ordinerà ai servitori:” Vestitelo dell’abito più bello, infilategli un anello prezioso al dito e morbidi sandali ai piedi. Perché il mio figliolo era morto, e ora di nuovo vivo; si era smarrito, e l’ho ritrovato”.

Franca.S.Sepolcro

autunno

sabato 22 Settembre 2012

non ho capito se è iniziato ieri o se comincia domani, però siamo arrivati all’autunno!

domani c’è la Via dei Sapori e settimana ventura San Michele, ma intanto come vi preparate all’autunno?

il sole è ancora caldo, fa piacere stare fuori e passeggiare, ma trovate anche un po’ di tempo per scrivere sul blog! non ho neanche letto qualcosa sulle giornate medievali!

intanto io mi preparo per l’inverno raccogliendo le erbe aromatiche e facendo sale alle erbe (erbe secche) e aceto alle erbe (erbe fresche), e voi cosa fate??17792617_p

visita alla vecchia madre

giovedì 20 Settembre 2012

(è la vecchia madre che parla)

Se tu solamente

fossi venuta un po’ prima

quando non mi ero ancora stancata

se tu solamete

fossi venuta un po’ dopo

quando mi ero già riposata

se solo mi avessi comprato dei fiori

col gambo più lungo

se solo mi avessi portato i ferri

del numero quattro

se solo il portiere tacesse

e non mi dicesse sempre se piove

se tu non avessi le maniche

larghe e le spalle a raglan

ma una bella princesse elegante

se non mi girasse la testa

e non mi tremasse la mano

e ancora riuscissi

a tirare le somme del mese

e non mi piangessero gli occhi

se solo la boule non si raffreddasse

e la digestione si semplificasse

se solo la televisione

facesse qualcosa di bello e ci fossero ancora le calze di seta

se solo tu avessi qualcosa da dirmi

qualcosa non solo sui vivi (se solo

non fossero tanto noiosi) ma anche

sui morti (se solo non fossero morti)

se tu solamente volessi capire

che queste parole non servono a niente

perchè io voglio morire – con loro.

se tu solamente potessi capire

che ho tanta paura

e non voglio morire.

(se solamente sapessimo invecchiare un po’ bene e trovare del buono in quello che abbiamo… e in chi ci da qualcosa, senza sospirare perchè vorremmo di più, se solo sapessimo dare qualcosa di più anche noi a chi ci sta intorno…)

UN PENSIERO PER DON LUCA

lunedì 9 Luglio 2012

Pochi minuti fa  sono passati dalle parti di  casa mia  i ragazzi del centro estivo.  Era  un serpentone  umano vociante e  allegro di ragazzi e animatori  che si apprestavano  a condividere  un’altra giornata insieme, mentre in oratorio  numerose nonne e mamme volontarie  preparano loro il pranzo.

 Mi è venuto da pensare a quanti genitori  possono stare tranquilli sul lavoro sapendo che i loro figli sono in buone mani e non per le strade a bighellonare,  quanti ragazzi  soli a casa sarebbere davanti ad una televione  spazzatura e  non protetta,  per questo dobbiamo ringraziare  Don Luca che  con il suo entusiasmo e  buona volontà pensa a queste cose.

 Grazie a Don Luca  per aver invogliato tanti giovani e  famiglie a frequentare  e  partecipare alla vita  parrocchiale e oratoriale.

Grazie a Don Luca per aver  organizzato  il Presepe vivente   che ha saputo   coinvolgere e aggregare   borghi e associazioni dando a tutti,  figuranti e  visitatori emozioni davvero uniche e indescrivibili, oltre a tutte le altre numerose  manifestazioni , e  per dire solo  l’ultima quella del carnevale di sabato sera.

Grazie a Don Luca   per il suo saluto  gioioso  e una battuta  speciale per ognuno  quando incontra le persone per la strada

Grazie a Don Luca per le sue omelie ,  che toccano i problemi quotidiani  e ognuno si sente  protagonista

Come tanti  volpianesi  anch’io sono molto  dispiaciuta  per il trasferimento di questo ragazzone allegro e coinvolgente che si dà da fare ,  ascolta e partecipa attivamente alla vita della comunità, conosce  tutti per nome, affronta  problemi seri  ma non tralascia  quelli più banali perchè  per qualcuno possono esssere importanti anche quelli, abbiamo bisogno di persone vitali  e positive  come Lui  in questo periodo di incertezze  e  difficoltà.

Non ci resta che AUGURARGLI  OGNI BENE  – che nella Sua nuova comunità parrocchiale possa trovare  delle persone buone  che lo aiutino e  lo sostengano    come si merita ,  a noi  sicuramente mancherà,  ci lascerà  un po’ di nostalgia  ma  un bellissimo ricordo .

CIAO…..    DON   LUCA   !!!!

MarBi

GRAZIE!!!

lunedì 4 Giugno 2012

Un saluto a tutti.

Da pochi giorni l’Unitre ha terminato il suo 28° anno accademico e vorrei  ringraziare tutte le persone  che mi sono state vicine :

– I Docenti  – sempre disponibili – che si sono prestati per le  conferenze  e i variegatissimi  laboratori e corsi

– I Collaboratori del “vecchio” Direttivo e  quelli del “nuovo” da poco eletti 

– Gli Amministratori Comunali e le altre Associazioni  per aver condiviso manifestazioni ed eventi  perchè sono convinta che “l’unione faccia  la forza”  

e non per ultimi TUTTI GLI ISCRITTI  che hanno saputo creare nuove amicizie  e legami anche al di fuori degli orari associativi  -dalla ginnastica alle creatività manuali e non ,  dai laboratori linguistici  al numerosissimo gruppo del ballo .

Ho scoperto  veramente tante  belle persone.  GRAZIE   – Vi voglio bene!!

margherita

Dimenticavo:  l’apertura dell’Unitre sarà sabato 29 settembre    (e se qualcuno ha delle foto le inserisca, ne ho viste di veramente belle)

ARRIVERDERCI …………..ARRIVEDERCI ………………….

L’unico dissapore

sabato 26 Maggio 2012

Due volte la settimana avevano due ore filate di lezione con Caterina. Lei ne approfittava per educarci, non solo sotto il profilo dell’acculturamento, ma soprattutto per fare di noi ragazzi uomini del domani. E a questo dedicava sicuramente almeno un’ora ogni settimana.

Naturalmente io ero sempre nel primo banco davanti alla cattedra, penso che lei ed io non fossimo distanti mai oltre i due metri. Ormai era nato tra noi un filo intellettuale che finiva per trasformare queste sue lezioni in un dialogo, quasi un salotto tra noi due soli.

Gli argomenti partivano dall’attualità di un avvenimento, da un fatto di storia d’altri tempi, da un verso di Dante. Riusciva, con una abilità straordinaria, a riportarci indietro nei secoli, nella letteratura greca o latina, trovare le affinità, o un principio, e legava questi fatti distanti due millenni dando una consistenza alle argomentazioni.

Non mancava mai di coinvolgere la classe nella sua totalità; talvolta c’erano dei “È proprio vero, non ci avevo pensato”, ma erano buttati lì tanto per non fare “scena muta”. L’unico che entrava in contraddittorio con lei ero io.

Eravamo, quel giorno, ormai verso la fine di quella prima ora. Credo abbia voluto provocarci, chiedendoci la nostra opinione su di lei: dopo questa sua uscita neppure i moscerini sbattevano più le ali. Protetto da una sorta di “immunità”, replicai terminando con un testuale “E pensare che me l’avevano descritta come un mostro!”. Sorrise, finì nei dieci minuti successivi l’argomento e poi disse “Passiamo a Storia”.

L’incubo dell’interrogazione d’Italiano era finalmente passato. Mi guardò con gli occhi da birba, mi sorrise e … “Vendetta, tremenda vendetta su Garombo. Vieni, ti interrogo di Storia”.

L’espressione delle parole e del viso certamente non erano di vendetta per quello che poc’anzi le avevo detto, infatti non avevo ancora voto e l’interrogazione non poteva, e meno che mai doveva, essere messa in relazione proprio alla chiacchierata precedente.

Avevo preparato con molta cura la lezione di italiano orale, ma quella di storia proprio no, sì ricordavo la lezione di qualche giorno prima, ma sapevo non sarebbe stata sufficiente. Mi fece qualche domanda, risposi in quel modo raffazzonato che lei tanto detestava. Capì velocemente che non poteva, né sarebbe dovuta, andare oltre: mi voleva davvero bene.

“Dai, vai a posto. Non hai proprio studiato, vero?”

Abbassai la testa;  umiliato, feci una smorfia e ammisi l’assoluta mancanza di preparazione: conoscendola il voto sarebbe stato un bel ”tre”, non c’era scampo! e sarebbe stato davvero durissimo a rimediarlo con lei.

Con molta dolcezza mi disse: “Ti do cinque al sei, così puoi rimediare. La prossima volta, però, studia”

La fine

A giugno mi trovai rimandato in quattro materie (però di italiano avevo sette, e sei di storia).

Alle quattro materie si aggiunse un problema “cardiaco”: ad agosto, in villeggiatura, incontrai G., la più carina, ed altrettanto intelligente, ragazza della compagnia. Questa volta fu Cupido a scoccare la freccia. Anche a lei devo molto e la ringrazio, perché quando, nel corso della vita, ho avuto bisogno di un aiuto, su lei ho sempre potuto contare, sempre pronta a darmelo.

A settembre non superai l’esame e ripetei la terza. Fu comunque anche una grande lezione di vita.

Caterina proseguì il suo ciclo scolastico ed io mi ridussi a vederla e parlarle nell’intervallo e nei corridoi dell’Avogadro quando gli orari combinavano.

Però un desiderio, alla fine di queste righe, è affiorato.

Caterina, è passato quasi mezzo secolo da quando ci siamo conosciuti. Oggi che voto mi daresti e che commento faresti al mio raccontino?

Sboccia l’idillio con Caterina

domenica 13 Maggio 2012

Alla fine di questo racconto sarà chiaro perché d’ora in poi mi permetterò di chiamarla solo Caterina.

Bene: l’anno scolastico era iniziato, gli insegnanti erano stati assegnati e gli orari delle lezioni pure. Si poteva, anzi si doveva cominciare.

In uno di questi primi giorni di ottobre, se ne arriva bella bella Caterina ed esce con: “Domani compito in classe di italiano”. Se prima la temperatura ambientale di noi studenti era un po’ sotto la media stagionale (quando Caterina entrava i classe non volava più la classica mosca), dopo la sua uscita precipitò a meno 273 Celsius. Anche le mosche non sbattevano più le ali per non fare rumore.

Ed arrivò l’indomani. Caterina dettò il titolo del tema.

Una trentina di teste si chinarono sui fogli protocollo e cominciarono … chi a scrivere, chi a pensare. Comunque alla fine delle due ore tutti, in fila indiana, consegnammo sulla cattedra i nostri temi. Sapevamo già in anticipo quello che ci aspettava: la fama di Caterina sullo scritto la precedeva da sempre.

Passò più di una settimana, e quella mattina, era un martedì, Caterina ci mise al corrente che l’indomani ci avrebbe consegnato i temi.

–          Il voto rispecchia prima di tutto il contenuto, ci spiegò, poi considero la grammatica e tolgo un punto dal voto per ogni errore. Troverete comunque il mio commento sul vostro tema, proprio al termine del vostro lavoro.

Ci disse anche che i voti erano un disastro, una sola sufficienza, pochi cinque, molti quattro e qualche tre.

All’Avogadro il voto massimo era l’otto. Non credo ci sia stato un solo insegnante che abbia assegnato nel corso della vita dell’Istituto un voto superiore.

L’indomani mattina arrivai a scuola alle otto e dieci, si entrava alle otto e venti per essere presenti in classe alle otto e trenta. La “cartolina” non si timbrava, ma dopo cinque minuti di ritardo era richiesta la giustificazione scritta e firmata da uno dei genitori.

Ci provai ad entrare a scuola, quella mattina. No, non ci riuscivo proprio.

Caterina, infatti, era alla prima ora con i suoi temi, ci avrebbe chiamato ad uno ad uno, ci avrebbe consegnato i temi, commentandone il voto. No, preferivo sapere il mio voto dagli altri allievi. Così decisi di “tagliarla” quella prima ora ed entrai alle nove e trenta. Era preferibile affrontare la severità di mia madre piuttosto di quella di Caterina!

Caterina “rubava” sempre cinque/dieci minuti all’insegnante dell’ora successiva e quando uscì dall’aula, mi vide e mi apostrofò con un “Sei arrivato in ritardo?”

–          No, le risposi, alle otto e dieci ero già al bar, ma ho preferito entrare un’ora dopo: sapere il tuo voto dalla classe è cosa diversa che conoscerlo dall’insegnate: tra noi possiamo condividere (era sottintesa l’afflizione), mentre quando lo vieni a conoscere dall’insegnante sei lì e solo (ed era sottinteso quasi come in un tribunale dell’Inquisizione).

 Aveva i temi, i fogli protocollo erano ripiegati sulla loro metà più lunga, sul braccio sinistro. Li teneva tra il braccio flesso e il seno, quasi come se fosse una mamma che tiene in braccio il proprio bambino.

Col l’indice e il medio della mano destra si mise a sfogliare i temi cercando il mio.

–          Eccolo qui, Garombo, il tuo.

Alzò gli occhi mentre estraeva dagli altri il mio, mi guardò e mi sorrise: “sei al sette!”

La fissai negli occhi, ricambiando lo sguardo. Credo abbia letto la meraviglia, lo stupore, l’incredulità e poi la felicità.

Mormorai, o forse farfugliai, un “Grazie”.

Mi sorrise e mi disse qualcosa che non riuscii più a capire, che non ricordo più.

Le sorrisi. I nostri occhi si fissarono nuovamente, gli uni negli altri: durò forse pochi attimi. Non c’è dubbio che da quelle parti, e in quel momento, stesse passando Apollo che scoccò uno dei suoi dardi. Fu una scintilla, quel giorno credo di avere anticipato le passeggiate spaziali degli astronauti.

Ormai era il mio idolo. Ed io il suo: capirete poi perché.

Luciano G.

UN SALUTO

mercoledì 25 Aprile 2012

Vorrei ricordare con un affettuoso pensiero e  saluto EDOARDA  che ci ha lasciati troppo presto.

Attiva  e  generosa  con tutti nei vari laboratori Unitre che frequentava con assiduità ed entusiasmo sentiremo tutti la sua mancanza.

E crescendo impari

giovedì 12 Aprile 2012

E crescendo impari che la felicità non è quella delle grandi cose.

Non è quella che si insegue a vent’anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi…

La felicità non è quella che affannosamente si insegue credendo che l’amore sia tutto o niente,…
non è quella delle emozioni forti che fanno il “botto” e che esplodono fuori con tuoni spettacolari…,
la felicità non è quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.

Crescendo impari che la felicità è fatta di cose piccole ma preziose….
…e impari che il profumo del caffé al mattino è un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.

E impari che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi,
e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall’inverno, e che sederti a leggere all’ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.

E impari che l’amore è fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,
e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccoli attimi felici.

E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.

E impari che tenere in braccio un bimbo è una deliziosa felicità.

E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami…

E impari che c’è felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c’è qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.

E impari che nonostante le tue difese,
nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c’è nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston.

E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.

( Anonimo )

A me ha riportato alla memoria il ricordo, di tanto tempo fa, di una corsa con una piccola auto verso il sud Italia.

Luciano G.