Avevo, dico avevo, perché ora non ce l’ho più, una bicicletta di 30 anni fa, una di quelle con le ruote piccole, pieghevole… una “Graziella”. Un po’ male in arnese ma ancora funzionante: era il mio mezzo di locomozione preferito. Dopo un lungo inverno poter uscire in bicicletta è come gridare che siamo finalmente in primavera.
Infatti molte signore, casalinghe e non, di tutte le età ne posseggono una un po’ datata e non la usano quasi mai per andare a spasso ma per fare le commissioni, cioè vanno dal panettiere, poi una corsa dal macellaio, in merceria, a trovare un anziano alla casa di riposo, in banca e così via. Salgono e scendono dalla bicicletta ed hanno sempre il problema di assicurarla con un catenaccio a qualche palo che molto spesso non c’è nei dintorni e a volte sono costrette ad entrare in un negozio con la speranza di non trovare qualche brutta sorpresa all’uscita.
Quando ho scoperto che la mia diletta bici non c’era più mi sono sentita amareggiata e come tradita. Parlando con alcune persone di questo fatto ho scoperto che nello stesso periodo molte altre biciclette avevano cambiato “residenza”. Pare che ci sia stata una specie di razzia di vecchie biciclette, raccattate qua e la, sotto casa, nei cortili delle scuole dove si va a fare ginnastica oppure fuori dalla chiesa o all’esterno di qualche ufficio pubblico.
Per senso civico ho fatto denuncia alle autorità preposte senza tuttavia alcuna speranza che questo gesto potesse farmela ritrovare e mi sono rassegnata come ci si rassegna nell’accettare la pioggia improvvisa che ti bagna la biancheria quasi asciutta che avevi steso al sole. So bene che chi si occupa di vigilanza ha cose molto più importanti da tenere sotto controllo.
Va beh… non è una tragedia. Ricomprerò un’altra bici e un catenaccio due volte più robusto. Però può darsi che la segnalazione di questo disagio possa interessare a qualcuno il quale potrebbe confortarci con qualche rassicurazione?
Avevo, dico avevo, perché ora non ce l’ho più, una bicicletta di 30 anni fa, una di quelle con le ruote piccole, pieghevole… una “Graziella”. Un po’ male in arnese ma ancora funzionante: era il mio mezzo di locomozione preferito. Dopo un lungo inverno poter uscire in bicicletta è come gridare che siamo finalmente in primavera.
Infatti molte signore, casalinghe e non, di tutte le età ne posseggono una un po’ datata e non la usano quasi mai per andare a spasso ma per fare le commissioni, cioè vanno dal panettiere, poi una corsa dal macellaio, in merceria, a trovare un anziano alla casa di riposo, in banca e così via. Salgono e scendono dalla bicicletta ed hanno sempre il problema di assicurarla con un catenaccio a qualche palo che molto spesso non c’è nei dintorni e a volte sono costrette ad entrare in un negozio con la speranza di non trovare qualche brutta sorpresa all’uscita.
Quando ho scoperto che la mia diletta bici non c’era più mi sono sentita amareggiata e come tradita. Parlando con alcune persone di questo fatto ho scoperto che nello stesso periodo molte altre biciclette avevano cambiato “residenza”. Pare che ci sia stata una specie di razzia di vecchie biciclette, raccattate qua e la, sotto casa, nei cortili delle scuole dove si va a fare ginnastica oppure fuori dalla chiesa o all’esterno di qualche ufficio pubblico.
Per senso civico ho fatto denuncia alle autorità preposte senza tuttavia alcuna speranza che questo gesto potesse farmela ritrovare e mi sono rassegnata come ci si rassegna nell’accettare la pioggia improvvisa che ti bagna la biancheria quasi asciutta che avevi steso al sole. So bene che chi si occupa di vigilanza ha cose molto più importanti da tenere sotto controllo.
Va beh… non è una tragedia. Ricomprerò un’altra bici e un catenaccio due volte più robusto.
Però può darsi che la segnalazione di questo disagio possa interessare a qualcuno il quale potrebbe confortarci con qualche rassicurazione?