“Prego Signorino, potrebbe darmi una mano?”

Certo non avete conosciuto la Chin – Monfrata, anche se siete di Volpiano, questo perche’ e’ mancata da tanti anni, ma negli anni 30, quando mia mamma era bambina, era un personaggio molto conosciuto in paese.

Girava di casa in casa con la sua cassetta carica di ogni genere per la casa: filo,nastri,elastici,bottoni,tela,aghi,ferri,forbici,uova, parecchi articoli di merceria, ma anche alimentari, accompagnati sotto le feste da mandarini e dolcetti di zucchero. Mia mamma raccontava che era una festa quando arrivava, portava le notizie di casa in casa, e mentre la mia bisnonna la faceva accomodare in casa per rifocillarsi e riposarsi qualche minuto, la Chin (penso Francesca, Monfrata, non so perche’) illustrava alle bambine curiose: mia mamma e sua sorella, le novità del mercato. Mia mamma racconta che era tenerissima, raccoglieva le uova di casa in casa e poi le andava a vendere a Torino, dove si riforniva di tutto l’occorrente che le clienti ordinavano. Sempre mia mamma racconta che quando la Chin era alla stazione aveva difficolta’ a caricare la pesante cesta sul treno, e allora rispettosa,con belle maniere, abituata al garbo dei torinesi, rivolgendosi a qualche giovanotto forte che saliva con Lei sul treno diceva:” Prego, Signorino, mi puo’ aiutare a caricare la cesta?”.

Non vi dico le risa trattenute, dalle bambine sentendo quell’invito cosi’ garbato, ma nello stesso tempo  cosi’ diverso, per loro che abitavano in Volpiano e non avevano avuto grandi occasioni per frequentare la città.

La Chin era vedova allora, o comunque sola,  con due bambini da sfamare e faceva tutto quello che poteva per mantenerli e vivere, non avendo nessuno che si occupava di loro.

Mia mamma racconta inoltre che vendeva anche il caffe’, lo tostava sul momento, con una macchina a manovella ed abitava in una casa in  Via Lamarmora, quella traversa che da Via Circonvallazione porta in Via Roma, e che sbuca all’ospedale. I suoi figli poi crebbero e si fecero le loro famiglie, lei poi mori’.

Se qualcuno avesse qualche aneddoto a riguardo, ben venga. Mi piacerebbe fare una carrelata di personaggi vissuti a Volpiano, non particolarmente famosi, gente comune che hanno vissuto, lavorato, sofferto, amato e che senza riflettori, senza platee, hanno percorso le vie del nostro paese, abitato case, frequentato luoghi,  che ancora oggi noi viviamo. Questo grazie al contributo prezioso di mia madre e Vostro, se vorrete darmi delle indicazioni o suggerimenti.

Anche loro attraverso i nostri ricordi hanno scritto la storia del nostro Volpiano, a volte senza neanche essere originari dello stesso.  A loro va  il merito di aver vissuto con onesta’, con fierezza anche tra mille difficolta’ ed essere riusciti a soppravvivere.

Franca.

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4 Commenti a ““Prego Signorino, potrebbe darmi una mano?””

  1. Margherita Bigano scrive:

    Mi piace moltissimo sapere dei personaggi Volpianesi di un tempo.
    Io purtroppo non ho fonti per attingere questi bei ricordi in quanto la mia mamma è mancata troppo presto e l’unica nonna che ho conosciuto ci ha lasciato quando ancora ero bambina e Lei molto anziana.
    Ma invito tutti a rispondere all’invito di Franca, chissà potessimo fare un
    piccolo libricino per nostalgici.

    Brava! Hai iniziato bene l’anno

    MarBi

  2. gaspara scrive:

    di recente un amico mi ha dato un’idea, fare una “banca dei ricordi”
    gli chiedero’ meglio, voi cosa ne dite?
    non credo sia necessario mettere qui ricordi di mamme o nonne, anche i vostri vano benissimo!

  3. cristina scrive:

    Complimenti per la buona volontà di voler sempre “trasmettere” qualcosa, di lasciare in ogni scritto un messaggio, leggero o profondo che sia. Conoscere la storia di Volpiano, attraverso chi l’ha vissuta, la storia di tutti i giorni, è un mezzo importante e fondamentale per farci sentire tutti un po più Volpianesi e per condividere ricordi e racconti che diversamente andrebbero persi…
    Sicuramente riuscire a dar corso a questa iniziativa, sarebbe un bel regalo per tutti noi!

  4. Franca scrive:

    Ognuno puo’ pensarla come crede. L’ idea della banca dei ricordi, peraltro
    gia’ adottata dal Comune di Torino, è una bella idea.
    Ho sempre pensato che è giusto incoraggiare e motivare le persone
    che hanno idee e iniziative, solo così si ottiene la condivisione dei progetti
    e l’adesione alle iniziative proposte.

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