La leggenda delle libere rape metropolitane
“Ho letto molto, e trovato soltanto incertezza, menzogna e fanatismo. Delle cose essenziali so poco più di quanto non sapessi quando ero lattante. Io preferisco piantare, seminare ed essere libero.” (Voltaire)
Si narra, che fin dall’antichità, il giardinaggio fosse considerato un’arte con difficoltà al pari della letteratura: si tratta, in entrambi i casi , di raggiungere un’intensa espressione di forme e di idee.
Iniziata la bella stagione negli orti e nei giardini è un gran brulicare di pittoresca umanità che, assumendo le posizioni più svariate, a volte inverosimili, traffica con terra , terriccio, bulbi, semi e piantine.
E’ un’orda contagiosa di zappa selvaggia e fanatici della cesoia.
Si può trasformare un pezzetto di terra ricavandone frutta, verdura, fiori, colori e profumi: una delizia ristoratrice per lo spirito e un conforto rinfrescante per il cuore ed …il palato.
Certo ora i termini “ortolani” o “giardinieri” sono decisamente superati. La definizione da usare per stare al passo con i tempi è: hobby farmer.
Si tratta di quel salottiero ceto sociale radical-chic che disquisisce sul rapanello rosso, la lattuga verde ed il peperone a pois, producendo elaborate argomentazioni di elevato tenore intellettuale.
Ci sono gli attivi, ovvero i promotori del fanatismo verde, che si sporcano le mani e fieri esibiscono i calli perché “fa tanto macho”
Ci sono i pigri, che adottano l’orto a distanza, scelgono le verdure, le piantano, e ne seguono la crescita : tutto virtualmente. E’ risaputo come FarmVille su Face Book abbia trasformato milioni di utenti in contadini virtuali.
Sull’argomento si stanno sviluppando numerose nuove associazioni tipo “libere rape metropolitane “ o “casto zucchino randagio “ – ed altre ancora con definizioni altrettanto bizzarre.
Ovunque si riscontra un desiderio di verde, che non è solo estetico e decorativo, ma a volte raggiunge livelli paradossali: a Milano il signor Chen, cinese, fa crescere pomodori e melanzane nella terra delle barriere spartitraffico.
Sempre a Milano si sviluppano orti urbani dove crescono pomodori e zucchini su pareti verticali (visibili in piazza Beccaria)
Pensionati “ortisti” dunque ma anche i giovani dimostrano d’ aver capito che vangare e zappare è un ottimo esercizio fisico, raccomandato anche da specialisti medici.
E noi “zappe volpianesi” da sempre pionieri e provetti ortolani/giardinieri, antesignani della cultura verde, possiamo dire di essere al passo con i tempi. Nel nostro paese infatti, chi volesse intraprendere un “turismo verde/bio_itinerante” potrà ammirare con quale e quanta cura sono tenuti gli orti, quasi una forma di competizione a chi produce il peperone più lungo o la zucca più grossa.
Troppo spesso, ed erroneamente, si tende a considerare il lavoro della terra , come una mera alternanza di gesti ripetitivi ed arcaici, mentre si tratta di una scienza in continua evoluzione ed innovativa seppur sempre legata a regole precise e rigorose la cui ottemperanza non può che essere educativa.
Anche in questo settore, di fatto, le mode sono cambiate: ora molti orti vengono sostituiti da giardini, i più strani ed esotici. Nascono laghetti artificiali che da giugno a settembre si riempiono di plotoni di zanzare in grado di scacciare ogni forma di vita umana.
Il ciliegio o l’umile vite americana vengono sostituiti dall’ulivo secolare che le gelate invernali ridurranno ad una pianta secca e nodosa.
E’ la moda, è la democrazia verde; e ben venga la frase del saggio cinese: “ Tutti i giardinieri la sanno più lunga degli altri giardinieri”
Daniela Boscarato
21 Giugno 2011 alle 13:49
In un articolo di Federchimica si legge che “sono due, in particolare, le tipologie di hobby farmer: i tradizionalisti e i neofiti. Mentre i primi sono pensionati con un’età superiore ai 60 anni, che dedicano molto tempo alla coltivazione, i secondi sono ancora in età lavorativa e hanno in media tra i 40 e i 59 anni. In ogni caso, si tratta di un’ottima notizia per la nostra agricoltura, che torna oggi, come in passato, a essere parte integrante della nostra vita quotidiana.”
Scartabellando su internet, poi, si può facilmente leggere come quella degli Hobby Farmer sia una moda piuttosto che influenza diversi settori tra cui, non per ultimo, quello della moda in senso stretto con tanto di annaffiatoi, forbici e guantini griffati. Viviamo proprio in una cittadina fashion!
21 Giugno 2011 alle 14:13
Grazie per aver integrato in modo così “scientifico e moderno” il mio articolo.