Trieste Ultima puntata
Il giorno seguente abbiamo visitato i castelli di Duino, il castello vecchio e quello nuovo. Le rovine della rocca vecchia risalgono al 1139 e si trovano su una roccia a picco sul mare posta di fronte al castello recente. Questa roccia è conosciuta come lo Scoglio della Dama Bianca ed è parte integrante di un magnifico panorama sul litorale Adriatico. Una leggenda vuole che la castellana Esterina da Portole fu scaraventata in mare dal marito, in un impeto d’ira e di gelosia, da una delle rocce che si trovano sotto il castello. La pietà divina, come segno perpetuo contro la violenza, la tramutò in un bianchissimo scoglio.
Da qualche anno i Principi della Torre e Tasso, proprietari del Castello, hanno deciso di aprire al pubblico per le visite il parco e gran parte della loro splendida dimora, ricca di importanti capolavori d’arte e cimeli storici. Il maniero, che sorge sulle rovine di un avamposto romano, è stato costruito nel 1300. Raimondo della Torre e Tasso, nato nel 1907, sposò Sua Altezza Reale Eugenia, principessa di Grecia e Danimarca, figlia della principessa Marie Bonaparte, discendente diretta di Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone I°: questa genealogia è messa bene in risalto in una delle tante sale.
Durante e dopo la seconda guerra mondiale il castello fu a lungo occupato: prima dai tedeschi, poi dai partigiani di Tito, successivamente arrivarono i neozelandesi del generale Freyberg e per ultimo il comando alleato del territorio libero di Trieste che vi rimase sino al 1954.
Nello stesso anno il principe Raimondo fece ritorno al suo maniero e fu il primo ad issare la bandiera dell’Europa Unita, un gesto per sottolineare il suo ideale europeistico, dimostrando di essere un precursore nel sostenere quanto sarebbe stata importante una pacifica convivenza fra i popoli. Oltre a possedere una vasta cultura, non dobbiamo dimenticare che fu un grande mecenate, elargì grosse somme di denaro e mise a disposizione i suoi terreni per il “Centro internazionale di Fisica Teorica” di Trieste, un fiore all’occhiello per la città. Appoggiò inoltre la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e con Lord Mountbatten (primo presidente), fondò il Collegio del mondo unito dell’Adriatico: un liceo esclusivo che ospita 200 studenti provenienti da 70 paesi, e che si aggiunge così agli altri 9 istituti, simili, sparsi nel mondo. Questo fiore all’occhiello di Trieste fu visitato dal principe Carlo d’Inghilterra, dalla regina Noor di Giordania e dal presidente della Repubblica del Sud Africa Nelson Mandela.
Durante la visita scopriamo che hanno soggiornato al castello Elisabetta d’Austria detta Sissi, Johann Strauss, Franz Listz, Paul Valery, Gabriele d’Annunzio ed il poeta Rainer Maria Rilke che qui compose le prime due delle famose Elegie Duinesi.
Tutte le sale visitabili, più di 18, sono perfettamente arredate e raccontano la lunga storia della famiglia della Torre e Tasso alias Thurn und Taxis, la famosa dinastia dei grandi maestri di posta. A testimonianza sono esposti numerosi documenti storici, lettere originali, foto di famiglia, preziose stampe d’epoca e cartoline con il sigillo in ceralacca del blasone Thurn und Taxis che sostituiva i francobolli. Di particolare rilievo il forte-piano suonato da Liszt e la scala del Palladio, un vero e proprio capolavoro di architettura, un’opera di eccellenza e con uno splendido impatto visivo. Solo ora ci rendiamo conto di aver camminato, per circa un’ora e mezza, sugli stessi pavimenti calpestati da nobili, letterati, musicisti e poeti, immersi in un’atmosfera ricca di capolavori d’arte e raffinati cimeli storici. Il panorama a trecentosessanta gradi che si gode dalla torre ci permette di ammirare dall’alto, ancora una volta, i bastioni a picco sul mare e la ricca varietà della flora mediterranea del magnifico parco sottostante.
I triestini con la loro caratteristica di allegria, di voglia di divertirsi, il loro carattere estroverso, il non voler prendere la vita troppo sul serio sono da sempre soprannominati “i napoletani del nord”. La “gioia di vivere” potrebbe dipendere dal fatto di essere gente di mare, molto più incline ad aprirsi agli altri, o è forse la bora la principale responsabile del loro stile di vita? Questo vento che soffia a 120 chilometri all’ora arriva da nord-est, si incanala nel valico di Postumia e acquista forza e velocità nel dedalo delle vie cittadine. Allora le navi rafforzano gli ormeggi, l’amministrazione comunale predispone le corde nei punti cruciali mentre dai tetti intanto piovono tegole e i cassonetti corrono dappertutto. Ma nessuno si lamenta poiché la loro idea è che la bora fortifichi non solo il fisico ma anche il carattere e porti via le malattie, la loro idea è che sia una ninfa del Carso, in qualche modo protettiva, la loro idea è che sia la voce e il respiro possente della città.
Un’altra ipotesi potrebbe ricondursi alle sofferenze patite da questa città; a San Sabba c’è stato l’unico campo di sterminio in territorio italiano dove finirono tra i quattro e i cinquemila esseri umani. A Basovizza, piccolo paese dell’altopiano del Carso, noto a tutti per le foibe, nel 1945 i soldati di Tito gettarono i corpi di circa duemila prigionieri tra militari e civili, inizialmente destinati ai campi d’internamento sloveni.
Questa insopprimibile desiderio di rimuovere il passato e di superarne l’angoscia con la gaiezza fa dei triestini di oggi gente fortunata: vivono in una città che, Il Sole 24 Ore ha classificato nel 2005 e nel 2009 come la prima in Italia per la qualità della vita.
Chiudiamo aggiungendo qualche ultima curiosità.
La prima è legata alla “Barcolana”, la regata velica più affollata del mondo; l’ultima edizione ha visto la partecipazione di quasi duemila barche e trecentomila spettatori!
Come Torino, anche Trieste ha la propria Film Commission: la città, da tempo, è un susseguirsi di set cinematografici e presta al cinema i suoi scorci più belli.
E i Consolati sono ben quaranta!
Marina e Luciano
11 Dicembre 2012 alle 19:06
ma quanto girate! noi con voi, virtualmente!