La cappella di Madonna delle vigne a Volpiano

Interno cappella Madonna delle vigne

La cappella di Madonna delle vigne é stata costruita dopo il 1585, anche se non si conosce la data certa. Tale affermazione deriva dal fatto che  Monsignor Montiglio fece una visita pastorale a Volpiano in quello specifico anno e non fa menzione della cappella, mentre negli anni 1661, Monsignor Millet la nomina, ne descrive l’uscio chiuso a chiave, le suppellettili portate dalla Parrocchiale e dice che le immagini al muro dovrebbero essere rinnovate. Solo nel 1699 abbiamo un documento con descrizione dettagliata della cappella redatto dal Monsignor Alessandro Lambert de Soyrier, Vescovo di Ivrea. Si dice che la cappella é dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria, viene indicata la festa, l’8 settembre, si parla delle messe cantate celebrate per l’occasione dal parroco. Vengono indicate le sue giuste dimensioni, l’esposizione della cappella, l’altare in laterizio, addossato alla parete, la croce sull’altare, i candelabri in legno e una pietra consacrata posizionata sulla mensa. Nel 1728 Don Bogino nella sua relazione parla della sua ubicazione, sulla strada che conduce alle vigne (da qui il suo nome). Possiede un uscio e cinque finestre, con un tetto avanti sorretto da due pile. Sull’altare non c’é quadro, in quanto la Vergine é dipinta sul muro, c’é intorno una piccola cornice di stucco, ma non ci sono suppellettili. La cappella é del pubblico, Il suo reddito proviene dalle collette. Ogni anno vengono nominati due Rettori che si registrano e forniscono i conti. Nel 1751 il vescovo De Villa la descrive con tre finestre aperte, Madonna dipinta sul muro, altare in laterizio. Nel 1777 nella relazione Monsignor Pochettini parla di pavimento in mattoni e anche dell’altare. Per la prima volta si fornisce anche un giudizio estetico definendo l’ immagine della Madonna  sgraziata e si invita alla sostituzione. La cappella verrà chiusa per riparazioni alla volta.  La visita successiva del Fransoni sarà l’ultima relazione.

Ai giorni nostri la cappella appare formata da un piccolo corpo di fabbrica rettangolare, preceduto da una loggia sorretta da pilastri. La facciata presenta un uscio chiuso e due finestre laterali. L’interno dell’edificio é semplice, con un altare centrale, e un’apertura sulla destra che conduce alla sacrestia. La cappella é dipinta con toni delicati rosa, grigio – azzurro, panna, oggetto di restauro qualche anno fa. Non si sa se questi erano i colori della capella originaria. La volta presenta sulla sinistra una piccola vetrata raffigurante la sacra famiglia, sulla destra in corrispondenza c’é una finestra a tromp d’oeil. Entrando sopra l’altare appare una pala che rappresenta Sant’Anna con una casacca rossa e una gonna blu che stringe tra le braccia Maria bambina avvolta in una veste bianca.  Intorno una cornice in stucco barocca.Il dipinto é stato eseguito da Francesco Landra, nato a fine ottocento, decoratore prima e poi apprezzato pittore, a lui si deve anche la ridipintura dell’interno della cappella San Giovanni, sempre a Volpiano. Ai lati del dipinto due semipilastri che sorreggono un architrave con un timpano che riporta un Cristo benedicente probabilmente secentesco. Il Padre celeste é rappresentato con lunghi capelli e barba bianca, volto segnato da rughe profonde, sguardo vivido. Ha una veste gialla e blu, ricoperta da un mantello bianco e rosa, sullo sfondo in ocra appare alle spalle un triangolo che indica la Trinità. Sulla sinistra c’é una teca con una statua di Maria bambina ancora in fasce, oggetto di devozione da parte dei fedeli. La cappella si presenta in ottime condizioni, grazie all’opera costante, instancabile ed attenta  degli amici del Borgo Colombera, che ogni anno investono tempo, lavoro, entusiasmo e creatività nelle iniziative legate alla festa e alla manutenzione della cappella, che dura tutto l’anno.

E questa é la descrizione storica ed architettonica della cappella, secondo la tesi redatta da Valentina Arrigo. Di mio vorrei metterci i ricordi legati alle scampagnate con i miei in Vauda, ai pic nic sull’erba a base di frittata e pane e salame, ai fiori raccolti nei campi e lasciati al cancello della cappella recitando l’Ave Maria con mia madre e mia sorella. Ancora un ricordo legato alla cappella:  era il  primo maggio del 79, aspettavo Cristina, mia figlia, ero andata con mia madre a fare una passeggiata ed era una giornata bellissima, un cielo terso, sereno. La notte purtroppo mio padre ebbe un secondo infarto, bruttissimo. Solo il ricovero tempestivo, lo scarso traffico  dovuto alla festa e la bravura dei medici del Pronto soccorso presso l’ospedale  Molinette gli permisero di tornare a casa  vivo, dopo più di un mese in sala rianimazione e poi corsia.  Ma niente sarebbe stato possibile senza l’ aiuto del Signore e della nostra Mamma celeste. Che dire poi della nascita  di Giovanni, mio figlio, avvenuta proprio l’8 settembre dell’88 : coscritto della Madonnina! Cosa chiedere di più? L’ho affidato da subito tra le sue braccia e ho raccomandato a Giovanni di rivolgersi sempre alla Madonna,in qualsiasi occasione: tra amici ci si intende, coscritti poi. L’anno scorso, la mia mamma, 93 anni fatti da qualche giorno, mi ha detto: ” Certo, con questa bella giornata di sole, sarebbe bello salire alla Madonna delle vigne, dove portavo voi da piccine e tutti i nipoti negli anni.” Detto fatto pian pianino siamo saliti a piedi, con il trepiedi e il mio aiuto alla cappella. Una vista magnifica su tutto il Canavese, le montagne come sfondo, la Madonnina davanti a noi. Ci siamo fermati a dire il rosario, sedute sulla panchina di fianco, le ho scattato due foto per ricordo, abbiamo fatto una bevuta di acqua fresca e siamo tornate tranquille verso casa. Immagini stampate nella memoria, nel mio cuore e nella mia mente per sempre. Chiuderei con questa immagine il mio articolo, senza dimenticare di invitarvi tutti alla fiaccolata che ogni anno si celebra per l’occasione e ai festeggiamenti legati all’8 settembre. Per tutti quelli che regolarmente e con volontà passano davanti alla cappella correndo e magari si sono chiesti a chi fosse dedicata, e da quanto tempo fosse lì, spero possano adesso, attraverso queste parole, sapere qualcosa in più su Volpiano, sulla sua storia, legata a doppio filo con le nostre semplici vite e ai ricordi di ognuno: piccole storie che corrono parallele alle grandi storie.

Franca Furbatto

 

 

3 Commenti a “La cappella di Madonna delle vigne a Volpiano”

  1. Margherita Bigano scrive:

    Non sai Franca quanto mi ha fatto piacere leggere queste notizie relative alla “nostra cappella” sì dico nostra perchè sono nata in questo borgo così pure tutti i miei avi e ne sono orgogliosa.
    Un tempo per chi andava a lavorare i campi era un punto di riferimento , rispetto e devozione e sarebbe molto bello che anche ai giorni nostri,
    ( che in Vauda si va principalmente per camminare, correre o passeggiare) potesse suscitare tali sentimenti.
    Purtroppo dato il luogo un po’ isolato l’apertura si riduce ai pochi giorni della festa di settembre ., ma si sta già lavorando per poter organizzare orari di apertura anche per il resto dell’anno , permettendo così ai passanti di fermarsi anche solo per un attimo.

    Belli anche i Tuoi ricordi, anch’io ne ho tantissimi.

    Alla prossima cappella !!!

  2. Franca scrive:

    Mi piacerebbe ascoltarli, o meglio leggerli, se riesci. Sono affascinata dalle storie e i ricordi personali delle persone che vivono vicino a te, non per curiosità, ma per conoscenza ed é un bel modo di sentirti vicina a loro, di apprendere dalle esperienze altrui, di crescere, di ricordare chi non c’é più….

    È un errore grandissimo pensare che la storia debba consistere necessariamente in qualcosa di scritto: può consistere benissimo in qualcosa di costruito, e chiese, case, ponti, anfiteatri possono raccontare le loro vicende con la chiarezza di un libro stampato, se si hanno occhi per vedere. (Eileen Power)

  3. DANIELA B. scrive:

    La posizione strategica e la graziosa struttura la rende una cappella “romantica”
    L’interno, benché minuscolo è molto pittoresco, i colori sono freschi inoltre traspare la passione di chi se ne occupa attraverso l’ordine, la pulizia, i centrini particolari, i fiori….Ho anch’io molti ricordi che partono dall’infanzia quando la maestra ci portava in passeggiata sulla Vauda con sosta alla Cappella: era una festa. Poi, in tempi più recenti, a braccetto con mia madre, finché le forze glielo hanno permesso, in processione recitando il rosario. Quando lei è mancata io ho continuato da sola, porgendo ancora il braccio come se lei fosse sempre lì accanto e recitasse ancora il rosario con me. Grazie a te Franca ora conosco anche un po’ di storia della graziosa cappella che pur nella sua semplicità è sempre suggestiva.

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