Cappella San Grato – Volpiano

CAPPELLA SAN GRATO 2015 – VOLPIANO

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Non tutti sanno che Mattia sostituì Giuda Iscariota, dopo la morte di Gesù, diventando così il tredicesimo apostolo. Non venne nominato per doti o meriti particolari, la sua scelta fu ristretta, dall’allora comunità cristiana a due nominativi: Giuseppe detto Barsabba e Mattia.
Dopo l’Ascensione al cielo di Gesù risorto, la prima comunità cristiana formata da circa centoventi persone si pose il problema, sollevato da Pietro durante una riunione, di individuare, come suggerivano le scritture un tredicesimo apostolo. I requisiti richiesti erano quelli di aver vissuto con Gesù e i discepoli, sin dal suo Battesimo, sulle rive del Giordano, essere parte della comunità, aver condiviso tutte le tappe della vita di Gesù fino alla sua morte e resurrezione.
Conosciamo dagli Atti degli Apostoli (1, 21) la preghiera rivolta a Dio per guidare la scelta del nuovo apostolo tra i due nominativi prescelti:
«Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.”
E la sorte indicò Mattia. Fu Dio a volerlo.
Poi la Bibbia non ci racconta più nulla di Lui, anche le vecchie tradizioni popolari, che tanto hanno narrato su altri apostoli, tacciono. Mattia, il cui nome in ebraico significa “dono di Dio” é stato con Gesù dalla prima ora, non per chiamata come Pietro e altri, ma per scelta personale, secondo il disegno di Dio, per essere testimone della vita di Gesù nel mondo. Sarà testimone perché c’era: ha assistito a tutti gli avvenimenti importanti della vita di Gesù, ha vissuto con Lui, l’ha seguito fino alla morte e resurrezione. Dopo la Pentecoste inizia a predicare , secondo Niceforo, dalla Giudea si spinge in Etiopia e lì sarebbe morto crocifisso; altri dicono che abbia diffuso il Vangelo tra i barbari in Etiopia fino alla foce del fiume Isso, per poi morire a Sebastopoli dove sarebbe stato sepolto vicino al Tempio del Sole. Per altri ancora é morto lapidato a Gerusalemme dagli ebrei e quindi decapitato. Non esiste una documentazione storica certa, ma molti concordano nel dirlo martire. La tradizione ce lo tramanda come un uomo anziano che regge un’ascia, simbolo del martirio. Le sue reliquie si troverebbero a Roma, in Santa Maria Maggiore portate da Santa Elena, madre di Costantino. Ma anche qui ci sono dei pareri discordi che affermano che le reliquie apparterebbero a San Mattia martire, vescovo di Gerusalemme, intorno all’anno 120 d.C.
Vi ho parlato di Mattia perché ho ritrovato la sua immagine nella schiera degli apostoli dipinti nella cappella di San Grato a Volpiano, nel nostro paese. Sul fondo della cappella é affrescata la scena dell’Assunzione al cielo della Vergine Maria, che regge il figlioletto, sulla destra e sulla sinistra sono dipinti gli apostoli, accompagnati dalla loro simbologia: il bue, l’aquila, il leone… e sulla sinistra c’é anche Mattia che regge sulle spalle un’ascia. Chissà se fu la committenza, non identificata, che volle questa raffigurazione o fu una giusta interpretazione del pittore, tenuto conto che si tratta dell’Assunzione al cielo di Maria, post mortem di Gesù e che quindi Giuda non c’era più, ma Mattia era presente, discreto e fedele testimone.
Sulla destra entrando, quasi ai piedi della Madonna c’é l’immagine di San Grato, al quale la Cappella é dedicata, vestito da vescovo, accanto al pozzo, dove secondo la tradizione avrebbe ritrovato la testa di San Giovanni Battista, che regge su un braccio.
Le notizie storiche fondate, dicono che s. Grato era un sacerdote che collaborava con Eustasio, primo vescovo di Aosta, da taluni ritenuto santo; ambedue erano di origine greca come fa intendere il nome del vescovo, probabilmente il più anziano dei due Eustasio, chiamò presso di sé il più giovane Grato.
Si ritiene che ambedue abbiano ricevuto successivamente, educazione e formazione ecclesiastica, nel celebre cenobio fondato da s. Eusebio da Vercelli († 371), il grande vescovo che al ritorno dall’esilio in Oriente, impostagli dall’imperatore Costanzo, volle trapiantare nella sua diocesi il monachesimo.
In un anno imprecisato, ma certamente dopo il 451, anno in cui Grato partecipò al Concilio di Milano, in vece di Eustasio, a seguito della morte di quest’ultimo, Grato gli successe alla guida della giovane diocesi valdostana di Aosta, divenendone il secondo vescovo. Non si conosce l’anno della sua morte, ma il giorno della sua sepoltura il sette settembre, giorno in cui viene celebrata la sua festa.
Domenica ho assistito alla messa, celebrata da Don Claudio e Don Valerio, presso la tensostruttura adiacente alla chiesetta di San Grato e ho avuto modo di ammirare la Cappella. Grazie pertanto a tutti coloro che con impegno e sacrifici si occupano della stessa, mantenendola linda e accogliente e permettendo così a tutti noi di visitarla e assistere alle funzioni in occasione della festa sempre attesa e sentita.

Franca 1 settembre 2015

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